Buon compleanno Britney Spears! La mia educazione sentimentale con Gimme More

Ho conosciuto Britney Spears entrando da incosciente in uno squarcio intriso di dolore, oggi è il suo 40esimo compleanno e per farle gli auguri, rimetto in ordine le tracce del nostro primo incontro.

Britney Spears
3 min. di lettura

Internet è entrato molto presto nella mia vita, avrò avuto 7 o 8 anni. I miei comprarono il primo computer fisso, uno scatolone rumoroso, con poche icone e un prato di margherite come sfondo. Entrò nella mia infanzia come un monolite piovuto dal cielo. Non ne sapevo nulla, fu mia sorella maggiore a chiederlo. Era necessario per la scuola, iniziavano le prime lezioni di informatica. A distanza di pochi anni, se non mesi, avrei ritrovato quello stesso monolite replicato decine di volte nell’aula apposita per la lezione.

A casa, l’esperienza didattica di mia sorella fu presto sostituita da ore e ore di Vasco Rossi ad altissimo volume (motivo per cui finì nella mia lista degli inascoltabili), infinite sessioni di MSN, tra prime emoticon e anonimi molesti, e clic sfrenato su Virgilio.it. 

Inizia da qui la mia educazione sentimentale con il magico mondo del sistema binario (Leibniz mannaggia a te!). Mi avvicino poco alla volta, ne sono spaventato, e con mia sorella al comando, il tempo per la nostra oscura frequentazione è assai limitato (è sempre così con le sorelle maggiori, despota maledetta).

Pian piano, sostituisco le corse all’aperto, i giochi di ruolo con i miei amici, le esplorazioni nelle campagne vicino casa, con una luce ipnotica e un ronzio costante. Altro che schermo piatto e wireless, ogni giorno gestivo una macchina infernale, tutta fili e surriscaldamento. Mi sentivo in un’astronave e tutto sembrava normale; non si parlava del tempo massimo da passare davanti a uno schermo, non c’era nessuno studio redatto da équipe di psichiatri e psicologi; come ogni novità che si rispetti, il suo utilizzo poteva essere solo bulimico; puro edonismo… ce ne saremo resi conto poi.

britney
Lindsay Lohan, Britney Spears e Paris Hilton

Ed è in questo territorio franco, pieno di possibilità, che entra, sconquassandomi l’esistenza, questa donna – scoprirò poi cantante – bionda, tutta flash e paparazzi, piena di amiche – scoprirò poi Lindsay Lohan e Paris Hilton – e feste esclusive.

Britney Spears l’ho conosciuta così, (tra un “Zac Efron completamente nudo” e due messaggini scemi con gli amici) prima come emblema e icona degli anni ’00, poi come cantante di enorme successo e con una carriera decennale. Anzi, impatterò con la sua esistenza proprio nel momento del declino, nel punto di non ritorno, nell’anno di Blackout e del crollo nervoso con relativa rasatura e assalto ad un’automobile con l’ombrello (sembra il nome di un’opera dadaista).

La vita di Britney Spears è stata un’opera Dada, una continua decostruzione delle aspettative appiccicatele addosso fin dall’infanzia; una sinusoide tra la lei che gli altri avrebbero voluto e la totale e fulminea rinnegazione della stessa. Britney, pensandoci ora, è stata il campanello d’allarme per la rovinosa fine del capitalismo prima della crisi del 2008; del consumo sfrenato; dell’ottuso sfruttamento di qualsiasi risorsa; della bava alla bocca nell’ottica dell’accumulo, producendo solo bruttezza su bruttezza.

Sarò esagerato, ma in lei vedo questo (l’ennesima immagine appiccicata). Un essere umano portato sull’orlo dell’esistenza per l’altrui sete di potere e guadagno. Britney Spears è stata annichilita, una dei tanti, da un sistema che non ha saputo ascoltarla – ma in più rispetto a tutti gli altri ha avuto un’orda di paparazzi pronti a rendere ogni suo movimento una prima pagina. Quindi un documento, quindi, col senno di poi, una denuncia. Britney sta agli anni ’00 come Lady D sta gli anni ’90. Carne da macello, consumate dal potere, dalla visibilità e dalle pretese altrui.

Ho conosciuto Britney Spears entrando da incosciente in questo squarcio intriso di dolore. Allora non ne sapevo nulla, o non avevo gli strumenti adatti per capirlo. Allora mi bastava far partire Gimme More su YouTube e immaginare di muovermi un po’ goffamente come lei, ballando lap dance. Allora avevo bisogno di modelli femminili esagerati e forti. Allora non capivo cosa potesse nascondersi dietro tanto luccichio.

Da lì, da quel club, da quelle luci blu e viola e da quel palo, ha preso strada la mia educazione votata all’omissione del dolore, a un ballo sfrenato che nasconde un ritmo spezzato.

Buon compleanno Britney!

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