Nella prima metà del XX secolo, Corrado Cagli era un punto di riferimento nel movimento pittorico moderno.
Nato ad Ancona e trasferitosi a Roma nel 1915 insieme alla famiglia, dopo essersi laureato presso l’Accademia di Belle Arti e aver fatto parte dello studio del grafico e decoratore Liberty e Déco, Paolo Paschetto, Cagli si dedicò a progetti pubblici su commissione del regime fascista italiano: ma nel 1937, con l’emanazione delle prime leggi razziali, l’artista diventò una figura ‘scomoda’: non solo un reazionario per il regime, ma anche un omosessuale ebreo in totale opposizione con i valori del vero maschio italico dell’epoca.
Così, Cagli emigrò oltreoceano e cominciò una nuova era: diventò attivo nell’ambiente dei surrealisti anti-bretoni della rivista View e divenne protagonista di un momento fondamentale della cultura gay newyorkese, collaborando con artisti coinvolti con la Ballet Society e con Harper’s Bazaar, ed esponendo alla galleria di Alexander Iolas.
All’alba della seconda guerra mondiale, Cagli si arruolò nell’esercito americano, svolgendo addestramento sulla costa occidentale, per poi tornare in Europa e partecipare a eventi storici, tra cui la liberazione del campo di concentramento di Buchenwald – da cui trasse i crudi ritratti delle vittime della Shoah.
Con le sue opere Cagli contrastava la retorica fascista, mettendola in discussione, interrogandola, e mostrando uno sguardo sulla realtà per nulla piegato alle leggi del mercato. Al carattere ideologico delle leggi razziali, Cagli rispondeva con un’arte incatalogabile che non aveva paura di non essere fraintesa o criticata.
Vantando collaborazioni con il MoMA di New York, Irene Brin e la galleria romana L’Obelisco, al termine del conflitto mondiale, il suo contributo artistico fu essenziale per permettere un punto d’incontro tra Italia e Stati Uniti.
Se in questi giorni capitate a spasso per la Grande Mela, potete riscoprirlo con Transatlantic Bridges: Corrado Cagli, 1938-1948, mostra a cura di Raffaele Bedarida, dedicata all’artista fino al 27 Gennaio 2024 presso il CIMA (Center for Italian Modern Art) di New York (fondazione pubblica no profit finalizzata a promuovere l’arte italiana moderna e contemporanea al pubblico internazionale).
Disegni, dipinti, foto ed ephemera per (ri) esplorare Cagli, toccando diverse tappe fondamentali del suo percorso artistico (come la collaborazione con George Balanchine e la Ballet Society).
Tutto accompagnato da una serie di eventi aperti al pubblico (in collaborazione con il Centro Primo Levi (che da anni contribuisce allo studio e la divulgazione dell’artista), che attraverso talk e conversazioni affronteranno le varie tematiche delle sue opere.
Una preview nella nostra gallery.