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Emergenza Covid-19 e AIDS: 3 anziani LGBT raccontano cos’hanno imparato negli anni ’80

Non si può comparare la pandemia di Coronavirus con l’epidemia di AIDS degli anni ’80 e ’90, ma la storia ci insegna come superare un’emergenza sanitaria, almeno dal punto di vista sociale.

gideon mendel covid 19
3 min. di lettura

Una situazione senza precedenti, quella che stiamo vivendo dai primi mesi del 2020. Molti, hanno comparato l’emergenza sanitaria causata dal Covid 19 all’epidemia di AIDS degli anni ’80 e ’90. Si è già parlato dell’argomento, chiedendo anche di finirla con questo paragone insensato, come aveva spiegato Mark S. King, attivista LGBT e sieropositivo.

King ha ricordato come negli anni ’80, quando l’epidemia di AIDS faceva morti e paura, le Borse non crollarono, i Paesi non andarono in crisi, la gente non perse il lavoro. Inoltre, come dice King “All’inizio degli anni ’80, l’AIDS stava uccidendo tutte le persone giuste. Gli omosessuali e i tossicodipendenti, uomini e donne di colore“. Certo, era un’altra epoca, in cui i gay erano contro natura e discriminati a priori.

Ma gli anziani LGBT che hanno affrontano quell’emergenza, hanno imparato qualcosa e ne fanno tesoro oggi. Non sono cure miracolose per guarire dal Covid 19, né accorgimenti da tenere a mente quando si esce. Sono tre consigli che dal punto di vista sociale aiutano chi sta soffrendo. Oggi come all’ora.

I consigli da anziani LGBT durante la pandemia di Covid 19

Intervistati da Business Insider, questi tre personaggi hanno vissuto in prima persona la distruzione che ha portato l’AIDS, inizialmente conosciuto come il “cancro dei gay”.

Davidson Garrett ha 67 anni, è stato un tassista e un poeta. Ha visto molti suoi amici morire. E proprio come oggi, lui da persona comune che non conoscenze mediche, non poteva fare nulla per aiutarli. La parola chiave nella sua esperienza è compassione. Perché avere compassione di un amico in fin di vita può fare la differenza. Anche una visita (nel caso del Coronavirus a debita distanza), un messaggio, può davvero aiutare. Garrett spiega di aver ascoltato l’opera con un suo amico, che stava per morire. Era come il suo ultimo desiderio.

Quello che ho imparato dalla crisi dell’AIDS è che tutti noi possiamo essere parte della soluzione. Con il coronavirus, non puoi davvero essere lì con quella persona. Chiama le loro famiglie e fai loro sapere che stai pensando a loro e ottieni loro un po ‘di compassione e amore.

Joey Terrill, 64 anni, lavora per l’AIDS Healthcare Foundation. Al tempo dell’epidemia di AIDS, lavorava in un centro specializzato per i disturbi alla vista. E’ lì che ha incontrato un paziente sieropositivo. Gli rimanevano solo 2 settimane di vita, al massimo. La parola chiave, è rapidità. Terrill, in quella situazione, ha compreso che dovevano aumentare la rapidità dei servizi dedicati ai malati, visto come colpiva velocemente il virus, uccidendo senza pietà. Terrill in quel momento tornò ad essere un soldato, combattendo contro il virus dell’HIV. Una battaglia che continua.

Prima di una pandemia come questa, siamo tutti abbastanza compiacenti. Facciamo le nostre vite quotidiane e non pensiamo mai davvero all’idea di trasmettere un virus dal toccare o non toccare qualcosa. L’urgenza si riferisce a come possiamo permetterci di ammalarci e morire o no. Ci interessa se i nostri vicini si ammalano, se muoiono o no? Questa, per me, è l’urgenza di lamentarmi o meno di non poter andare a vedere la mia squadra giocare o di andare al pub a bere.

Per Steve Karpiak, A.D. del Gay Men’s Health Center di New York , 74 anni, la parole è discriminazione. Le persone LGBT negli anni ’80, malati, erano discriminati. Oggi, la discriminazione viene vissuta dagli anziani e da coloro che definiamo eroi, i sanitari che fanno orari massacranti in ospedale. Rinchiusi in case di riposo i primi, additati come untori i secondi.

La discriminazione subita durante la crisi dell’AIDS ha insegnato a mostrare sempre compassione per gli altri. Il modo in cui ci prendiamo cura dei nostri anziani racconta chi siamo. Dobbiamo prenderci più cura l’uno dell’altro. L’assistenza è una parte importante del nostro tessuto sociale.

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