Di nuovo visibili i siti gay alla Regione Lazio

Dopo la lettera del gruppo consiliare dei Radicali, si conclude positivamente la vicenda della censura nei confronti dei siti gay di informazione che venivano equiparati a quelli pornografici.

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Marcia indietro della Regione Lazio nella vicenda dei siti di informazione gay inaccessibili dagli uffici perché equiparati a quelli pornografici. Gay.it, Gay.tv, Gaynews.it, ma anche i blog prima oscurati da un messaggio automatico che avvisava dell’impossibilità di accedere alle loro pagine, sono da oggi di nuovo disponibili per la navigazione a consigliere e dipendenti, gay o etero, che desiderano leggere le notizie di interesse lgbt.

La soluzione è arrivata dopo che i consiglieri di 8 gruppi politici di centrosinistra, su iniziativa dei Radicali, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio della Pisana Mario Abbruzzese per informarlo della censura e per chiedere che venissero rivisti i criteri che stabilivano l’equivalenza fra le parole "gay" e "pornografia". "Nel ringraziare il Presidente Abbruzzese per aver compreso di quanto fosse stato grave limitare l’accesso a tali siti di informazione, perché considerati dal sistema informatico ‘pornografici’ – scrivono in una nota i Radicali del Gruppo Consiliare Lista Bonino Pannella – ci auguriamo che con questo gesto si apra la strada per eliminare del tutto il pregiudizio e le discriminazioni verso la comunità gay del Lazio".

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Si conclude così il caso della Regione Lazio, una vicenda che aveva contorni discriminatori ma rimangono invece ancora molte le realtà pubbliche e private dalle quali gli stessi siti sono inaccessibili: biblioteche, enti pubblici, Università ma anche molti uffici di aziende dove è interdetta la possibilità di navigare nelle pagine che contengono la parola gay mentre è del tutto permesso visitarne altri di dubbia rilevanza professionale come, per fare un esempio, quelli della Gazzetta dello Sport o di Vanity Fair.

 

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