L’Ungheria di Viktor Orban che tanto piace al governo Meloni vira sempre più verso la censura totale di stampo omobitransfobico. Ai minori di 18 anni è stato infatti impedito di poter vedere la prestigiosa mostra World Press Photo di quest’anno, a Budapest, perché alcune foto violerebbero la contestatissima legge censorea a difesa dei minori dalla propaganda LGBTQIA+.
La suddetta mostra, esposta al Museo Nazionale ungherese di Budapest, riceve ogni anno più di quattro milioni di visitatori in tutto il mondo. Mettendo in mostra un fotogiornalismo a dir poco eccezionale, dà copertura visiva ad una serie di eventi fondamentali ad un pubblico globale. Ebbene una serie di foto della fotoreporter filippina Hannah Reyes Morales hanno indotto una parlamentare ungherese di estrema destra, Dora Duro, a presentare una denuncia al ministero della Cultura, che ha certificato come queste foto violassero la legge ungherese contro i contenuti LGBTQ+. Le fotografie – che documentano una comunità di anziani LGBTQ+ nelle Filippine che hanno condiviso una casa per decenni e si sono presi cura l’uno dell’altro man mano che invecchiavano – raffigurano alcuni membri della comunità truccati e in abiti drag. Tanto è bastato per far scattare la tagliola della censura.
Anche dinanzi all’eventuale consenso dei propri genitori, infatti, i minori di 18 anni non possono visitare la mostra. Joumana El Zein Khoury, direttrice esecutiva di World Press Photo, ha definito preoccupante il fatto che una serie fotografica “così positiva, così inclusiva” sia stata presa di mira dal governo ungherese. Non era mai accaduto prima che una delle mostre World Press Photo subisse censura in Europa.
“Il fatto che sia stato deciso un accesso limitato per un certo tipo di pubblico è davvero qualcosa che ci ha scioccato terribilmente”, ha detto Khoury. “È sbalorditivo che si tratti di questa immagine specifica, di questa storia specifica, ed è sbalorditivo che stia accadendo in Europa”.
Tamas Revesz, ex membro della giuria del World Press Photo e organizzatore di mostre in Ungheria da oltre tre decenni, ha sottolineato come molte delle fotografie presenti all’interno della mostra – come la copertura della guerra in Ucraina – siano “mille volte più serie e scioccanti ”rispetto alla serie di immagini di Morales. Dato che circa la metà delle 50.000 persone che ogni anno visitano la mostra in Ungheria sono studenti, migliaia di giovani ungheresi non potranno più vederla. Reyes Morales, la fotografa della serie censurata, ha precisato come i soggetti da lei fotografati servano come “icone e modelli di ruolo” per le persone LGBTQ+ nelle Filippine, rimarcando come “non sono pericolosi o dannosi”.
I protagonisti della serie fotografica sono conosciuti come “The Golden Gays”, comunità fondata negli anni ’70 dall’avvocato e attivista Justo Justo, che aprì la propria casa per ospitare le “lolas” – parola locale che significa “nonne”. Quando Justo è morto nel 2012, la comunità è stata sfrattata e alcuni sono rimasti senza casa fino al 2018, quando hanno affittato un’abitazione a Manila. Da decenni questi uomini si prendono cura l’uno dell’altro, organizzando spettacoli e concorsi per sbarcare il lunario. La giuria del World Press Photo ha voluto celebrare questa serie fotografica per il suo “approccio intersezionale” con cui rappresenta “le molteplici esperienze delle persone LGBTQI+ delle Filippine. La fotografa tiene tutti in grande considerazione e li fa brillare al massimo delle loro capacità. Le immagini sono splendide cornici di amore, gioia e celebrazione della comunità di cui le persone si circondano. Il progetto è ben eseguito, splendidamente fotografato e centra con successo le dimostrazioni di fiducia e resilienza della comunità, invece di abbandonarsi alla disperazione”.
La decisione di escludere i giovani dalla mostra è solo l’ultima mossa del governo ungherese guidato dal primo ministro nazionalista Viktor Orbán, per limitare la disponibilità di materiali che a loro dire promuoverebbero o descriverebbero l’omosessualità ai minori, tra televisione, film, editoria, pubblicità e letteratura. La contestatissima legge, che ha preso a piene mani dalla simile legge russa, è stata fortemente condannata dall’UE, con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che l’ha definita “ una vergogna”. Nei mesi scorsi il governo ungherese ha multato le librerie che hanno esposto Heartstopper, perché “raffigura l’omosessualità”, mentre Elle Ungheria ha sfidato la censura mostrando una famiglia omogenitoriale in copertina.
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