Home / Culture / Grindr Leaks: il blog che “sputtana” le foto private degli utenti italiani

Grindr Leaks: il blog che “sputtana” le foto private degli utenti italiani

Un blog che pubblica in chiaro le foto private (anche decisamente esplicite) degli utenti di Grindr italiani. Un’azione profondamente violenta che travalica il limite della fantasia sessuale.

4 min. di lettura
Grindr Leaks: il blog che "sputtana" le foto private degli utenti italiani - photo5782830940878384622 - Gay.it

Un blog che pubblica in chiaro le foto private (anche decisamente esplicite) degli utenti di Grindr italiani. Un’azione profondamente violenta che travalica il limite della fantasia sessuale.

Non facciamo i puritani: spiare fa parte della natura umana, e il rapporto tra “celato” e sessualità è spesso molto stretto. L’eccitazione sessuale nei confronti di ciò che è velato, a volte vietato, è una realtà quasi viscerale. Ma qui stiamo parlando di una situazione in cui è stato travalicato un limite sociale necessario.

Qualche sera fa stavo guardando una serie col mio compagno spaparanzati sul divano. Nel frattempo (come succede a tante persone) stavamo facendo altre attività: io giocavo con una stressantissima app dove lo scopo è far arrivare una pallina dal punto A al punto B, il mio compagno stava scorrendo i post di Tumblr. Non fingiamo di non sapere, esistono due tipologie di utilizzatori di Tumblr: ci sono gli hipster (o post-hipster) che si destreggiano tra un blog di fixed-retrò bike e uno di foto dei cortili interni, e ci sono quelli che guardano i porno.

Tumblr è la quintessenza del porno contemporaneo: foto raggruppate in un solo post, video brevi e gif, tutte senza soluzione di continuità, in un unico posto. E, sopratutto, moltissimo materiale “amatoriale”, ovvero, foto e video di persone “qualsiasi” autoprodotte. Questi ingredienti sono perfetti per creare delle community non statiche che si scambiano materiale (reblogging).

Prima di proseguire, ci tengo a precisare una cosa: non c’è intenzione in questo scritto di mettere alla gogna chi esprime la propria sessualità in un modo che “tradizionalmente” chiameremmo esibizionista. Se un atto o una serie di atti sono fatti tra persone consenzienti e informate, in un ambiente socialmente riconosciuto come dedicato o adeguato, senza coinvolgere forzatamente altre persone, ben vengano. Se una persona decide liberamente di pubblicare materiale che la ritrae in atti espliciti non incontra, a mio avviso, alcun problema, sempre che accada in “ambienti” dedicati e ben riconoscibili (non va tanto bene se viene fatto su Facebook, a esempio).

Ma veniamo a noi: il mio compagno, mentre tentavo di mandare quella maledetta pallina nel posto giusto, gira lo schermo del suo telefono verso di me: “oh, ma questo lo conosco! Lo conosco proprio di persona…“. Sul suo schermo c’erano una serie di foto evidentemente rubate dal profilo Grindr di quel ragazzo, certamente inconsapevole.

Nel profilo Tumblr, dall’eloquente nome “Grindr Leaks”, sono pubblicate foto rubate da Grindr in Italia, in particolare nella zona lombarda. Come recita l’intestazione del blog – “foto hot che i ragazzi mi hanno inviato su Grindr, Romeo, etc. Con alcuni ci ho anche scopato” – l’utente ha deliberatamente deciso di rendere pubbliche le foto del viso, del corpo e del pisello di chiunque gli scrivesse sui social di dating.

Non voglio passare per quel puritano che non sono, e neppure fingere che non esistano già parecchi luoghi online dove le foto private delle persone vengono pubblicate senza consenso (forse vi ricorderete l’affaire dei gruppi Facebook dove le persone pubblicavano le foto intime delle proprie compagne, sorelle, cugine, vicine di casa), ma questo blog merita di essere trattato nello specifico.

Pubblicare le foto del viso degli utenti di Grindr and co. associata a quella del corpo e dei genitali porta in sé un ventaglio di problematiche: su tutte, la violenza in essere nel decidere per un’altra persona di cosa farsene delle foto-cazzo altrui. Connessa, si mette a conoscenza del mondo un aspetto che, solitamente, non è comune. Immaginiamoci un insegnante delle elementari, che solitamente non fa lezione col pene eretto in bella mostra, che viene leakato su quel tumblr: le famiglie degli alunni, i colleghi, i superiori e gli amici di quella persona hanno, con un tap, accesso libero a quel materiale.

C’è poi l’aspetto dell’asimmetria di potere: il proprietario del blog detiene un potere enorme nei confronti delle persone che “sfrutta”. Scorrendo i post s’incontra un gruppo di foto seguite dalla didascalia “Uccello grosso. Un vero gentlemen (sic.). Abbiamo scopato dopo una bottiglia di vino” (50 reblog). Sulla vita di quell’uomo, che ha tutto il sacrosanto diritto di cercare un incontro su Grindr e poter offrire anche una bottiglia di vino, il proprietario del blog sta agendo un potere smisurato e sbilanciato, potendo disporre a proprio piacimento sia del materiale in sé, sia poter “trattare” l’eventuale rimozione. Con possibili conseguenze nefaste per la salute del “gentleman” in questione.

Non dimentichiamo, poi, il possibile effetto outing. Per rinfrescarci la memoria, “coming out” è quando una persona dichiara volontariamente, per esempio, il proprio orientamento sessuale; “outing” è quando altri dichiarano l’orientamento sessuale di qualcuno senza consenso. Un aspetto importante per il diritto all’autodeterminazione della persona, qui palesemente violato.

Di blog come quello, probabilmente, ce ne saranno molti altri. “Grindr Leaks” e solo la versione italiana e popolare di, probabilmente, altre centinaia di blog come quello. Oltre all’invito che voglio fare al proprietario del Tumblr in questione, che è ovviamente di chiuderlo immediatamente e cancellare tutto il materiale anche offline, sono convinto che sempre di più si debba parlare di questi temi. È necessario creare cultura attorno all’uso delle immagini del proprio corpo e di quello delle altre persone, e non solo con azioni rivolte “ai giovani”. Ma perché questo possa accadere bisogna il prima possibile abbattere le resistenze interne alla società, tipicamente conservatrici, che fanno un uso “distorto” del diritto all’educazione fatta dai genitori. Quando le realtà come ProVita e simili si abbattono contro le iniziative di educazione sessuale nelle scuole non stanno proteggendo i propri figli, ma condannando l’intera società all’impossibilità di prevenire e affrontare abusi come questo.

Sembrerà azzardato, eppure il collegamento è palese: se la violenza sessuale, gli abusi e le storture persistono così vigorose è certamente anche dovuto alle resistenze dei gruppi conservatori. Se di una cosa non si può parlare pubblicamente non la si fermerà di certo; anzi, la ritroveremo più potente e pericolosa nel sommerso.

© Riproduzione Riservata
Entra nel nostro canale Telegram Entra nel nostro canale Google

Resta aggiornato. Seguici su:

Facebook Follow Twitter Follow Instagram Follow

Lascia un commento

Per inviare un commento !