La storia di Hollywood amica delle persone LGBT scricchiola. Secondo un report della University of Southern California, nei 100 film più importanti del 2016 i personaggi LGBT sono pochissimi e quasi sempre uomini gay bianchi.
I dati raccolti dall’ateneo californiano delineano una rappresentazione sproporzionata e ingiusta della comunità LGBT, le poche volte che trova spazio sul grande schermo: nell’anno appena passato solo l’1,1% dei personaggi era LGBT, più di tre quarti dei film usciti non presentava figure che non fossero eterosessuali.
Una polemica che si è accesa un paio di anni fa con il film Stonewall, diretto da Roland Emmerich, che ha “sbiancato” i protagonisti della rivolta alle radici del movimento LGBT, con buona pace di Sylvia Rivera, la transessuale latina che lanciò la sollevazione contro la polizia.
Anche nel 2016 i maschi bianchi omosessuali hanno assorbito la gran parte dei (pochi) personaggi LGBT di Hollywood, lasciando solo il 17% a lesbiche e l’11% a bisex. Nessun film invece ha avuto nella sceneggiatura una figura transgender: l’ultimo a farlo è stato The Danish Girl, nel 2015, dove nonostante un eccellente Eddie Redmayne, si è aperto un dibattito sull’opportunità di utilizzare attori cisgender per parti transessuali.
Merita un capitolo a parte Moonlight, il lungometraggio premio Oscar nel 2016.
Al centro della storia c’è un ragazzino nero e gay cresciuto nella disastrata periferia di Miami, un’eccezione clamorosa a Hollywood dove il 79% dei personaggi LGBT è bianco.
Non è un caso che il film sia stato prodotto dalla A24, una piccola casa di produzione e che la sceneggiatura si rifaccia a uno spettacolo teatrale.
Insomma l’eccezione che conferma la regola è una pellicola nata ai margini del sistema di Hollywood.
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Passi Stonewall che effettivamente è venuto fuori male, ma serve sul serio fare una polemica sulle quote gay? L'1.1% in fondo è l'LGBT esplicitamente visivo, non credo che nella vita reale le persone girino con l'etichetta sessuale stampata in fronte.