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Rappresentazione LGBTQIA+ al cinema, bisogna fare di più

I dati dell’associazione GLAAD confermano che nonostante i miglioramenti, la strada è ancora lunga.

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Foto di Luca Della Bona
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Tra serie tv e cinema, vi sembrerà una grande annata per la rappresentazione LGBTQIA+.

Eppure i dati dimostrano altro.

Stando al GLAAD (Gay & Lesbian Alliance Against Defamation), associazione finalizzata a garantire un’accurata e inclusiva rappresentazione nei media, l’industria cinematografica e televisiva è più indietro di quanto sembra: SRI (Studio Responsibility Index) rileva che nel 2021 almeno 20.8% delle opere cinematografiche (quindi 16 film su 77) hanno incluso personaggi LGBTQIA+, con un calo del 1.9% rispetto al 2020.

Disney, Warner Bros, Universal Pictures, Sony Pictures e United Artists Releasing, sono tra le case di distribuzione più impegnate, mentre Lionsgate e Paramount rilevano zero film con personaggi LGBTQIA+.

Ma questa rappresentazione è abbastanza accurata e significativa? GLAAD ha rilevato che quest’anno solo il 56% ha superato il Vito Russo test (metodo ispirato dal Bechdel Test, che valuta l’impatto di personaggi femminili nelle trame delle opere), con una decrescita del 90% rispetto al 2020.

I dati riportano che personaggi lesbiche, persone transgender, o bi continuano a restare ai margini della rappresentazione audiovisiva, con una 69% composto prevalentemente da uomini gay bianchi e cis: su 28 personaggi LGBTQIA+, 19 sono uomini, con zero inclusione per donne trans o personaggi non binary e solo il 25% di questi film includeva donne lesbiche e il 12% personaggi bi.

La situazione non migliora se parliamo della varietà di etnie, oltre a quella caucasica, con un abbassamento del 39& per quanto riguarda la presenza di personaggi bIPOC.

Il database, inoltre, non ha rilevato la presenza di personaggi positivi all’HIV o con disabilità.

Inoltre, nella maggior parte dei casi, solo sette personaggi queer su 28 hanno una presenza sullo schermo che supera i 10 minuti.

GLAAD rileva anche qualche vittoria: in West Side Story, Anybodys – interpretato dall’attore transgender Iris Menas – è il primo personaggio uomo e trans in almeno cinque anni (tanto da venir bandito in Arabia Saudita). Il musical Sognando New York – In The Heights ha incluso una coppia di donne latine e queer, e Q (interpretato da Ben Whishaw) è un personaggio apertamente gay nell’ultimo film della saga di James Bond, No Time To Die.

Anche film come Eternals (che ha incluso una famiglia LGBTQIA+) e Jungle Cruise (che ha generato polemiche per il coming out del personaggio interpretato da Jack Whitehallhall) superato il Vito Test.

Piccoli miglioramenti su cui non adagiarsi, ma al contrario, devono far da incentivo per una rappresentazione ancora poco diversificata e ferma sulle stesse storie e stessi personaggi da troppo tempo: “Ci sono tante parti della nostra comunità – persone bi, chi vive con l’HIV, personaggi LGBTQIA+ con disabilità, persone transgender, giusto per nominarne alcun* – che ancora non possono rivedersi davvero sullo schermo” riporta a Pink News Megan Townsend, direttrice del GLAAD “Per i prossimi dieci anni, queste storie devono diventare una priorità se gli studios vogliono che generazioni più giovani e diverse continuino. a supportare ed interessarsi a queste storie”.

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