“Manuel al momento del fatto non versava in condizioni tali da escludere la capacità di intendere e di volere”.
Questo il risultato della perizia psichiatrica disposta dalla Corte D’Appello nei confronti di Manuel Foffo, condannato in primo grado a 30 anni di galera per l’omicidio del 23enne Luca Varani, massacrato nel marzo del 2016 insieme a Marco Prato, morto suicida in carcere. Anticipata da Adelaide Pierucci de IlMessaggero, la perizia effettuata dal medico legale Antonio Oliva, dallo psichiatra Stefano Ferracuti e dal neurologo Marco Molinari smonta sul nascere il tentativo dei legali di Foffo di attenuare la condanna.
Anche dinanzi alla quantità spropositata di cocaina e alcool mandata giù nei tre giorni che precedettero l’omicidio, Foffo “non aveva alcuna infermità psichica“. Una conclusione anticipata dal Gup Nicola Di Grazia, che tra le motivazioni della sentenza di primo grado aveva escluso l’abbuffata di droga come ‘movente’ dell’omicidio, incredibilmente diventato realtà “per vedere l’effetto che fa vedere un uomo morire“. Una tesi sostenuta anche dalla criminologa Flaminia Bolzan, secondo la quale fu proprio la sinergia tra gli impulsi sadici di Foffo e Prato a far nascere l’atroce delitto.
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