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Oggi giornata della poesia: ecco i dieci poeti gay più famosi

Ecco i dieci poeti gay più famosi e più bravi della storia dell'umanità

Oggi giornata della poesia: ecco i dieci poeti gay più famosi - poeta sandro penna base - Gay.it
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La Giornata mondiale della poesia cade ogni anno il 21 marzo, primo giorno di primavera (anche se la data dell’equinozio non è così precisa come vuole la tradizione). Tale Giornata è stata istituita dall’UNESCO per riconoscere alla poesia un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo tra le culture, della comunicazione e della pace.

Oggi, quindi, non possiamo non ricordare quelli che a nostro modesto parere sono i dieci poeti gay più famosi della storia dell’umanità:

  1. il grande Michelangelo Buonarroti era anche poeta ed era omosessuale: bellissimi alcuni suoi sonetti, in particolare quelli dedicati a Francesco (Cecchino) Bracci, un giovane che l’artista amò tanto da disegnargli la tomba: “Se gli occhi aperti mie fur vita e pace | d’alcun, qui chiusi, or chi gli è pace e vita? | Beltà non già, che del mond’è sparita, | ma morte sol, s’ogni suo ben qui giace”;
  2. William Shakespeare era omosessuale e dedicò all’amore gay numerosissimi -e  bellissimi – sonetti: “Posso paragonarti a un giorno d’Estate? | Tu sei più amabile e più tranquillo” è l’inizio del sonetto 18, il più famoso forse e quello dedicato ad un uomo; bellissima la chiusura: “Finché uomini respireranno o occhi potran vedere, | Queste parole vivranno, e daranno vita a te”;
  3. Paul Verlaine, francese, fu uno straordinario poeta ed era omosessuale: di lui e delle sue poesie a tematica gay ne parla Giovanni Dall’Orto in un saggio: “Queste passioni che loro soli chiamano ancora amori | sono amori anch’essi, teneri e furiosi, | con particolarità curiose | che non hanno gli amori certi d’ogni giorno”;
  4. Arthur Rimbaud, amante di Paul Verlaine che fu condannato a due anni di carcere per aver sparato alcuni colpi di pistola al primo, in una storia raccontata sul sito culturagay.it: “Mortale, angelo E démone, vale a dire Rimbaud, | tu meriti il primo posto in questo mio libro, | benché uno sciocco imbrattacarte t’abbia trattato da debosciato | imberbe e mostro in erba e studente ubriaco”;
  5. Walt Whitman, lo straordinario poeta americano autore della famosa poesia “Oh! Capitano, mio Capitano” era omosessuale e scrisse bellissime poesie al riguardo: “Noi due ragazzi che stretti ci avvinghiamo, | mai che l’uno lasci l’altro, | sempre su e giù lungo le strade, compiendo escursioni a Nord e a Sud, | godiamo della nostra forza, gomiti in fuori, pugni serrati, […]”;
  6. Oscar Wilde è forse il poeta omosessuale più famoso della storia della letteratura moderna e non ha bisogno di molte presentazioni;
  7. lo spagnolo Federico Garcia Lorca non esplicitò mai la sua omosessualità ma la cantò in diverse poesie, tra cui una dedicata ai gay ‘mangiatori di uomini’ che il poeta detestava: “gli uomini dallo sguardo verde / che amano l’uomo e bruciano le loro labbra in silenzio / Ma l’alzo contro di voi, pederasti della città, / dalla carne tumefatta e dai pensieri immondi / madri di fango / arpie nemici insonni / dell’Amore che concede corone dall’allegria”;
  8. Costantino Kafavis, nato in Egitto da famiglia greca, era omosessuale e non lo nascose mai: “Si lasciò andare totalmente. Un’amorosa inclinazione | tanto vietata e disprezzata tanto | (eppure innata) fu all’origine: troppo virtuosa la società | e ridicola all’eccesso”
  9. Sandro Penna, romano, frequentò, con una certa assiduità, scrittori e poeti omosessuali, come Pierpaolo Pasolini, Elio Pecora e Dario Bellezza; cantò in molte occasioni l’amore per i ragazzi più giovani e di lui è celebre il passo “Felice chi è diverso | essendo egli diverso. | Ma guai a chi è diverso | essendo egli comune”;
  10. lo straordinario Pier Paolo Pasolini era anche un grandissimo poeta, anzi innanzitutto così lui amava definirsi; dichiaratamente omosessuale, fu proprio nella poesia che emerse di più il suo orientamento: “Il sesso è un pretesto. Per quanti siano gli incontri | – e anche d’inverno, per le strade abbandonate al vento, | tra le distese d’immondizia contro i palazzi lontani, |essi sono molti – non sono che momenti della solitudine; | più caldo e vivo è il corpo gentile | che unge di seme e se ne va, | più freddo e mortale è intorno il diletto deserto”.

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