Sacche di resistenza sopravvivono in Polonia, il paese più omofobo d’Europa; quando la battaglia per i diritti LGBTQIA+ sembra persa, ecco che dal basso nasce un collettivo di artisti che usa la poesia come arma per combattere le politiche omofobe e misogine di Andrzej Duda e il suo governo – è proprio di ieri il voto della Camera polacca a favore della legge anti-LGBTQIA+ nelle scuole.
Da queste strette verso la loro comunità, l’artista queer e studente di fotografia Bartosz Jakubowski con i colleghi Gabriela Sułkowska, Maja Gomulska e Rafał Domagała, ha fondato il laboratorio artistico indipendente X-Philes. All’interno si lavora sulla ricerca e diffusione di contenuti artistici, prevalentemente orbitanti attorno al mondo della poesia, per “riappropriarsi della propria sessualità” e autodeterminarsi in un Paese che non considera le loro vite.
Per gli artisti coinvolti, la poesia ha la capacità di “dare un nome alle proprie emozioni“, così da dare spazio a una “comunicazione multidisciplinare del mondo queer nella società che ci circonda”.
“Crediamo che l’atto di scrivere e leggere poesie dell’antologia queer sia il modo non-normativo che abbiamo trovato per acquisire un linguaggio nuovo, atto ad aiutarci a riconnetterci con la vera realtà delle cose e costruire una comunità più consapevole”.
Una delle poesie provenienti dal collettivo, scritta da Mikołaj Borys Brzozowski, recita:
“L’amore per te è politico,
è un argomento nel dibattito presidenziale
perché attraverso di esso il paese è in rovina.
L’amore per te comunica solo dai media ufficiali
e dice: il tempo dell’unificazione arriverà presto,
ma tutto ciò può essere usato contro di lei,
quindi rimane in silenzio”.
Durante la realizzazione di queste poesie dissidenti e queer, i giovani artisti si sono imbattuti in magazine raccolti dall’organizzazione LGBTQ+ Lambda: “Attraverso alcune mie conoscenze, sono riuscito prima ad ascoltare le storie delle persone queer senior dell’associazione, e poi a convincerli ad accedere al loro archivio”. dichiara il fondatore del collettivo. All’interno di Lambda ha trovato “una rubrica poetica di antologia gay e testi scritti sia da donne che da uomini omosessuali di enorme portata”.
“L’archivio consisteva principalmente in riviste pubblicate negli anni ’90 e nel primo decennio del 2000, come ‘Man’ e ‘Inaczej’, ma anche di più vecchia data, come ‘Filo’, fondata nel 1986.”
Nel laboratorio artistico di X-Philes, gli artisti creano per ciascuna poesia una grafica pensata ad hoc su dei supporti di carta da lucido, seguendo proprio la tradizione delle “zine” – riviste dissidenti, storicamente realizzate a mano o stampate in casa – e l’iconografia dei reperti trovati all’interno dell’archivio Lambda.
Questa ricerca artistica ha portato a realizzare dei veri e propri contenuti che rispecchiano “la “rivolta artistica” che tutte queste persone chiedevano ad alta voce “nella loro doppia identificazione reale e social”.
Ora X-Philes si appresta a realizzare i prossimi numeri delle loro zine, inoltre
“Tratteremo di temi legati alla nostra situazione politica e le questioni sociali, così come quello dell’identità di genere nel futuro”, e “lavoriamo per creare più spazi, dove le persone possono scambiare la loro poesia con altri, leggerla e pubblicarla, non solo in Polonia, ma a livello globale”.
Le dichiarazioni del collettivo X-Philes sono apparse sul portale “The Submarine”.
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