Mi sento come in un dating show, il “paradosso della scelta” vale anche in amore?

Non riesci a trovare la tua anima gemella? Tranquillə è tutta colpa del "paradosso della scelta".

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Avete presente quella sensazione di incertezza che vi assale quando siete di fronte allo scaffale del supermercato oppure davanti allo schermo del vostro smartphone e non sapete quale pacco di biscotti acquistare o quale film/serie tv guardare?

Ecco, oggi essere single provoca quella stessa sensazione.

Dimenticate le sfarzose commedie romantiche americane nelle quali si canta all’unisono quando si è felici, si scappa alla prima incomprensione e si piange appoggiati sul finestrino del taxi osservando la città che ci circonda, consapevoli che alla fine il principe azzurro si farà trovare sulla porta di casa con in mano un mazzo di fiori, un orso gigante, una bottiglia di vino, o nel migliore dei casi tutti e tre.

Dimenticate le storie d’amore come quelle raccontate in Smiley, Rosso, bianco e sangue blu e date il benvenuto alla vita reale dove le relazioni stereotipate raccontate nei film non sembrano esistere (o almeno nel mio caso è così, ndr.).

Smiley - Foto: Ufficio stampa Netflix
Smiley – Foto: Ufficio stampa Netflix

 

L’amore ai giorni nostri: in bilico tra commedie romantiche e dating show

Sì, lo so a cosa state pensando: “Ecco l’ennesima vittima delle storie romantiche raccontate nei film. Come si fa ancora a credere, nel 2023, a quelle fiabe moderne palesemente ispirate alle storie dei Fratelli Grimm che si concludono sempre con il ‘vissero felici e contenti’?

Eh sì, avete proprio ragione! Ma sin da bambino, quando mio nonno mi raccontava del suo lungo corteggiamento per conquistare la donna che avrebbe amato per tutta la vita (mia nonna), ho sempre immaginato l’Amore come un qualcosa di forte, intenso, arricchente, insostituibile e a lieto fine. Proprio come quegli amori raccontati nei film. Ma forse mi sbagliavo.

Una volta arrivato a Milano (ma credo che quello che sto per dire valga ormai un po’ ovunque), infatti, mi sono reso conto che, più che in una commedia romantica alla Rebel Wilson – ho amato follemente la sua interpretazione in “Non è romantico? – al massimo avrei potuto prendere parte ad uno di quei dating show televisivi in cui si scendono le scale e si indossa la tipica maschera da corteggiatore (sì, avete capito bene. Nemmeno da tronista, ma da corteggiatore!).

La sceneggiatura è già scritta: parte il consueto “parapappapparara, parapappapara”, scendi le scale, ti accomodi sulle sedute blu e aspetti il tuo turno per fare l’esterna con il tronista di turno, sperando che non ti ghosti e quindi ti mandi a casa per sempre. E così in loop, finché non avrai accumulato così tanta esperienza, da poter interpretare tu il ruolo da tronista e far sì che questo circolo vizioso continui in eterno.

Lo stesso accade oggi: scrolli le app di incontri, cerchi la persona che più sembra compatibile con te, scambi due o tre messaggi (solitamente sono “Come va?”, “Cosa fai a Milano?”, “Che ti piace?”), nella migliore delle ipotesi organizzi una bevuta, in altri casi invece, visto che non hai nemmeno voglia di scambiare qualche parola di circostanza, diventi protagonista di uno di quegli incontri al buio in cui ci si vede a casa di uno dei due, per poi dirsi “è stato bello” e non rivedersi mai più. E il giro ricomincia. Finché non ti stufi.

trono trans

 

Così, anche alla luce delle mie ultime frequentazioni, ho iniziato a guardarmi un po’ in giro e a provare a capire quale potesse essere il motivo di questi amori così sfuggenti.

Ad un certo punto mi sono scontrato con la teoria del 2004 dello psicologo Barry Schwartz che parla del “Paradosso della scelta”, ovvero di quel fenomeno molto comune nella nostra società (soprattutto nell’ambito del marketing) per cui una grande varietà di opzioni diventa fonte di angoscia, portandoci di fatto a farci sentire insoddisfatti di fronte a qualsiasi scelta noi compiamo.

La lettura è stata accompagnata dalla visione della serie tv “Odio il Natale e dallo scroll delle storie pubblicate dai VIP su Instagram che mi hanno ricordato come le commedie romantiche abbiano influenzato completamente la nostra idea di amore.

La nostra anima gemella, infatti, deve a tutti i costi completarci, renderci la vita più semplice, possibilmente donarci leggerezza, non può avere problemi e soprattutto non può in alcun modo alimentare la nostra paura di fronte all’incertezza del futuro, soprattutto quando siamo riusciti a conquistare la tanto ambita “indipendenza”.

A questo si aggiunge la facilità odierna di reperire “carne fresca” per i nostri denti.

Le app di dating, infatti, si sono moltiplicate e con loro anche la possibilità di instaurare relazioni di puro sesso che, chiariamolo, non vanno demonizzate ma che sicuramente contribuiscono ad appiattire la nostra idea d’amore.

E così mi sono chiesto: il “Paradosso della scelta” varrà anche nelle relazioni sentimentali? La risposta non poteva che essere “sì”.

Damiano Gavino Gay.it Andrea Di Luigi Nuovo Olimpo
Damiano Gavino Gay.it Andrea Di Luigi Nuovo Olimpo

La teoria del “Paradosso della scelta” vale anche in amore? Per noi è un sì!

I numerosi stimoli che ci arrivano dall’esterno, infatti, ci disorientano al supermercato come nella vita reale (e dunque anche nelle relazioni) e ci portano a crearci delle aspettative che non potranno mai essere eguagliate rispetto a quello che la società ci ha raccontato dell’amore.

In più, grazie alle dating app, abbiamo iniziato ad etichettare anche i nostri gusti: #alto, #magro, #effemminato, #riservato, #muscoloso, #gruppo, #allenamento, #coccole sono solo alcuni esempi.

E cosa c’è di male?“, vi starete chiedendo. Niente, dal punto di vista astratto. Peccato che l’amore andrebbe vissuto di pancia e questi tag, invece, ci illudono che sia possibile trovare la nostra anima gemella come se fossimo al supermercato, o davanti ad un film su Netflix, solo perché ha tutti gli ingredienti che solitamente ci piacciono.

Così, una volta trovata la persona con più tag in comune, ci ritroviamo a voler vivere a mille quella conoscenza – perché vittime delle commedie romantiche dove il tempo è accelerato -, magari cadendo persino in quello che gli esperti definiscono come love bombing, ovvero bombardamento d’amore. Gesti eclatanti, attenzioni importanti e poi “puff” tutto scompare.

Le farfalle nello stomaco vengono presto sostituite da quella voglia di conoscere nuove persone e di tornare a vivere il mondo con leggerezza.

La nostra quotidianità torna ad avere la meglio e quella frequentazione che all’inizio sembrava aver riacceso il fuoco della passione, pian piano va a scemare finché non torna a spegnersi definitivamente. È lì che, come i protagonisti di un dating show qualunque, andiamo avanti per la nostra strada pensando che tanto prima o poi arriverà qualche nuovo corteggiatore a farci la corte. Godendoci, intanto, la nostra libertà riconquistata. Perdendo, però, esperienza dopo esperienza, sempre più fiducia nell’amore.

Altre volte, invece, è proprio quella paura di perdere quell’indipendenza conquistata a fatica che ci fa mandare a rotoli le relazioni. Ai primi problemi preferiamo mettere un punto e abbiamo disimparato a scendere a compromessi, nascondendoci dietro all’idea che da soli si vive meglio piuttosto che investire i nostri sentimenti in una relazione che potrebbe essere quella sbagliata.

Eccoci dunque vittime, anche in amore, del tanto chiacchierato “Paradosso della scelta” che ci fa valutare le varie opzioni a disposizione in termini di occasioni mancate (la libertà dell’essere single) piuttosto che di potenzialità e opportunità (la bellezza del poter avere qualcuno al proprio fianco, anche quando le cose non vanno come ci hanno abituato le commedie romantiche).

Con il passare degli anni, infatti, abbiamo imparato a nasconderci – perché forse non siamo più abituati a gestire le nostre emozioni – dietro all’idea che una relazione debba a tutti i costi essere semplice, leggera e debba arricchirci in ogni istante. Non siamo più disposti ad accettare momenti no. Eppure quando eravamo bambini abbiamo imparato a camminare inciampando su noi stessə. Non per questo, però, abbiamo smesso di provarci.

Lo stesso dovremmo imparare a fare anche in amore. Le relazioni, infatti, a parte quelle raccontate nelle commedie romantiche e nelle storie di Instagram, sono fatte di mazzi di rose, di orsi giganti, di sorprese inaspettate ma anche di tanta quotidianità, compromessi e dialogo tra le parti, la vera linfa vitale di ogni relazione. Elementi completamente inesistenti nelle frequentazioni da dating app.

In questo 2024, dunque, dovremmo forse rivedere la nostra idea di Amore e far sì che le relazioni non si trasformino in una stupida spesa al supermercato dove se il prodotto che hai acquistato non ti piace più lo butti senza pensarci su troppo. Perché, in questo caso, ci sono in gioco le nostre emozioni. Se ancora, effettivamente, le abbiamo.

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