Presidio contro ‘il gender nelle scuole’ davanti al Ministero della Pubblica Istruzione

Il popolo del Family Day in piazza per protestare contro lo spauracchio gender.

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2 min. di lettura

Un centinaio di persone si sono presentate dinanzi al Ministero della Pubblica Istruzione nell’afosa Roma per protestare contro l’ormai celebre ‘gender nelle scuole‘. Un’iniziativa promossa da Generazione Famiglia, con carrozzine e bimbi trainati nel cuore di Lungotevere, a temperature da calura estiva, tra cartelloni, bandieroni e proclami politici.

Al centro del contendere Valeria Fedeli, Ministra dell’Istruzione attaccata a testa bassa dagli organizzatori.

L’iniziativa segue le polemiche delle ultime ore, causate dalla risposta stizzita del ministro che dice di non aver compreso i motivi della protesta, nonostante le associazioni familiari abbiano dichiarato di averla puntualmente informata ripetute volte nei mesi scorsi”.”I promotori hanno infatti più volte recapitato al Miur la documentazione relativa all’ingresso nelle scuole di corsi sulla sessualità e l’affettività fondati sull’ideologia gender e quasi sempre gestiti dalle associazioni lgbt, senza il previo coinvolgimento delle famiglie“.

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Massimo Gandolfini, portavoce del Family Day, ha incontrato il ministro per presentargli la ‘natura del disagio‘ che ha portato alla nascita della manifestazione.

Non è un mistero infatti che, anche durante l’anno scolastico che si è appena concluso, nonostante le rassicurazioni iniziali, si sono registrate decine di controverse iniziative rivolte alle scolaresche, fra le altre lo spettacolo “Fa’afafine” sul bambino transgender, che un giorno si sente maschio e un altro femmina, e la diffusione di letture anti-scientifiche come quelle di favole con i protagonisti che hanno due mamme o due papa“.

Più che favole andrebbero chiamate pure e semplici storie di vita vissuta, reale, quotidiana. Generazione Famiglia e le altre sigle promotrici della manifestazione hanno così richiesto al Miur l’espulsione di qualsiasi approccio ideologico dalle scuole sui temi della sessualità e dell’affettività, la richiesta di consenso informato preventivo sulle stesse, la possibilità di esonero in caso di mancato consenso e l’assicurazione di attività scolastiche alternative per gli esonerati. Da parte del ministro Valeria Fedeli, per ora, nessuna replica.

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Massimo Pibia 17.6.17 - 22:36

Si stessero zitti sti' cialtroni cattofascisti. Sono anni che rompono le palle ! Mi vergognerei se fossi un figlio di uno o una di loro! E si definiscono "genitori" ! Ignoranti e fomentatori di odio!

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Valium 17.6.17 - 16:53

Queste sono le stesse persone che non fiduciose del ruolo degli insegnanti, racchiudono i propri figli in bolle protettive tenendo i bambini lontani dalla realtà. Queste sono le stesse persone che rivendicano l'esclusiva competenza dell'educazione sessuale, per poi non parlarne mai con i propri pargoli.

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