Perfino nella laicissima e moderna Bolzano una rassegna cinematografica sul cinema porno, organizzata da un’associazione culturale con tanto di dibattiti a seguire. Lo scalpore, più di ogni altra cosa, è dato dal fatto che a finanziare l’iniziativa ci siano pure i contributi del comune. "Chiacchiere! Il ciclo è ben calibrato, ci sono anche film importanti", ha dichiarato stizzito Michele Capozzi, regista di Pornology, New York (che apre la rassegna questa sera) e guru del mondo del cinema hard. Evidentemente, però, gli attivisti del partito di destra Unitalia, non la pensano allo stesso modo.
E’ il secondo scandalo a sfondo "sessuale" che travolge Bolzano nel giro di pochissime settimane. Ricorderete, certo, e polemiche scoppiate per i manifesti di Arcigay affissi vicino ad una scuola.
"Certe sortite di bigottismo spinto danno un’immagine della città che non corrisponde al vissuto — ha dichiarato al Corriere della Sera il radicale Arnold Tribus, direttore del quotidiano Tageszeitung —. Qui, infatti, libertà e promiscuità sono costume corrente. E’ vero, però che esistono frange politiche agguerrite, specialiste in campagne oscurantiste e sessuofobiche. Solitamente collocate a destra, ma c’è anche il bigottismo di sinistra".
Ma contrariamente a quanto avvenne per i manifesti di Arcigay, rimossi, questa volta il comune alza le mani e dichiara di non potere in alcun modo intervenire "A meno di palesi infrazioni", dice il sindaco Luigi Spagnolli del Pd. La sala cinematografica in cui si svolgeranno le proiezioni, infatti, fa parte del circolo regolarmente affittato. E per quanto riguarda i contributi pubblici, il primo cittadino ha detto di volere attndere le relazioni annuali, prima di decidere se continuare ad erogarli o meno. "Nel 2008, l’Amministrazione ha versato 7.000 euro. Ora attendiamo la relazione sull’attività del 2009, prima di decidere alcunché" ha sentenziato Spagnolli.
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