Lunedì si era parlato della candidata consigliera leghista a Lavis, Stella Khorosheva, e del delirante post in cui attaccava le persone LGBT e i matrimoni gay. In un italiano sgrammaticato, la candidata citava anche Scott Lively, un omofobo sostenitore delle leggi anti-gay approvate in Russia.
Il post incriminato era stato segnalato da un consigliere di un’altra lista di Lavis, sconcertato da quanto letto dopo uno scambio di battute con la Khorosheva, sempre tramite social. Lo stesso candidato, Marco Consoli, aveva poi contattato inutilmente la candidata sindaca della Lega, Monica Ceccato, e altre persone della lista, senza però ottenere risposta.
Solo ieri è arrivata la risposta di Ceccato. Si pensava prendesse le distanze dalla dichiarazione di Stella Khorosheva. Si pensava a un ritiro della stessa candidata consigliera dopo quel post. O almeno, si pensava almeno a delle scuse. Nulla di tutto questo è arrivato. Monica Ceccato ha di fatto preso le difese della sua candidata, o almeno ci ha provato. Rigirando la frase in suo favore.
La traballante difesa della candidata di Lavis sul post omofobo
Ma come giustificare una dichiarazione in cui si scrive chiaramente che “Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza“? Ecco l’idea della Ceccato: sfruttare il simil italiano utilizzato nel post per trasformare il post omofobo in una dichiarazione pro-LGBT.
E lo fa prendendo in considerazione l’ultima frase: “‘magari sapendo la fonte sapremo come fermarlo”. Questa si riferisce alla fonte dalla quale la Khorosheva aveva preso quelle informazioni, ovvero Scott Lively. Il tentativo della Ceccato è quello di far notare come la sua candidata consigliera volesse il realtà lanciare un “chiaro e trasparente messaggio di contrarietà e di condanna” al post stesso.
La ridicola difesa non convince nessuno. Dello stesso pensiero il presidente di Arcigay Lorenzo De Preto:
Una candidata come Stella Khorosheva avrebbe fermato la sua corsa verso le comunali. In una coalizione che davvero ha a cuore i propri cittadini e le proprie cittadine (tutti e tutte) e che si candida a governare una città, si sarebbe posto immediatamente fine alla campagna elettorale della propria candidata. Ma nulla, sono “battute”, è “linguaggio colorito”, son “solo slogan”…peccato finiscano sempre come pietre contro minoranze e persone meno rappresentate.
E a sostenere la dichiarazione chiaramente omofoba di Stella Khorosheva ci sono anche degli altri post, riportati da IlDolomiti.it, in cui attacca nuovamente la comunità LGBT, avvertendo di un imminente arrivo di “Satana con i sodomiti”.
E tra poco meno di un mese, il piccolo paese di Lavis, 9076 anime, potrebbe avere una consigliera leghista rimasta al 1800, e una sindaca che la difende.
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100 anni fa questi personaggi erano percepiti come fenomeni marginali e nessuno prestava molta importanza alle loro esternazioni. Da casi isolati e sporadici iniziarono a diventare casi frequenti finché presero il sopravvento e portarono l'Italia alla disgregazione, morale e materiale. In ordine sparso, abbiamo un candidato a sindaco che fa il saluto romano (ma era stato frainteso), un neonazista che sputa sulla costituzione e si candida al consiglio comunale di Fondi, una neonazista dell'alessandrino con il simbolo delle SS tatuato al collo, un consigliere comunale di Trieste che descrive Hitler come un vero cristiano e, infine, queste due signore della provincia di Trento che dovrebbero ripetere le elementari per l'insesatezza del loro pensiero. Se permettiamo agli antagonisti dello Stato di svilire le istituzioni che dovrebbero rappresentare, significa che la nostra società vive una crisi profonda e minacciosa. Mala tempora currunt?