Il 6 gennaio 2021 circa 2000 sostenitori dell’allora Presidente degli Stati Uniti d’America uscente Donald Trump assaltarono il palazzo del Campidoglio, sede del Congresso degli Stati Uniti, per contestare il risultato delle elezioni presidenziali vinte da Joe Biden. Un vero e proprio colpo di Stato a cui prese parte anche Steven Miles, 40enne noto ai più come pornodivo bisessuale Sergeant Miles, trumpiano e membro dei Proud Boys, organizzazione di estrema destra, neofascista, nazionalista bianca e dichiaratamente omobitransfobica.
Miles, i cui crediti cinematografici includono film XXX con Bathhouse Barebacking, Clips4Sale e Lucas Men Unleashed, è stato ripreso dalle telecamere mentre partecipava alle rivolte e arrestato il 12 aprile 2022.
Secondo i documenti ufficiali, il sette volte candidato ai GayVN, premi Oscar della pornografia gay, ha spintonato e provato a prendere a pugni un agente di polizia, nel tentativo di sfondare un blocco. Successivamente ha utilizzato una tavola di legno per rompere una finestra dell’ala del Senato. L’uomo è stato condannato a 24 mesi di prigione e a pagare 2.000 dollari di multa dal giudice distrettuale Jia M. Cobb.
Nel corso della propria carriera pornografica Miles ha preso parte a film gay, etero e con menage a trois bisessuali. Fino ad oggi, più di 1.313 persone sono state accusate di crimini legati all’assalto a Capital Hill.
“Miles si è dichiarato colpevole dell’accusa di aggressione, resistenza e ostacolo a un agente delle forze dell’ordine il 19 ottobre 2023“, si legge nella nota del procuratore. “Secondo i documenti del tribunale, Miles, membro dei Proud Boys e attore di film per adulti, Miles ha viaggiato dalla sua casa vicino a Tampa a Washington, D.C., per contestare le elezioni presidenziali del 2020. Lui e altri membri dei Proud Boys hanno lasciato il luogo del raduno molto prima dell’inizio del discorso di Donald Trump, si sono recati davanti al fronte ovest del Campidoglio e hanno svolto un ruolo di primo piano nell’escalation della rivolta”.
Lo stesso ex presidente, che a novembre punterà al bis alla Casa Bianca con le nuove elezioni presidenziali, non sarà immune a procedimenti giudiziari per presunti crimini commessi durante la fine della sua presidenza, vedi per l’appunto l’assalto a Capitol Hill. A stabilirlo la Corte d’appello federale di Washington.
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