Il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità. L’origine della celebrazione, indetta dalle Nazioni Unite nel 1981, si inseriva all’interno di un piano più ampio dell’ONU che prevedeva di dare a tutti Paesi del mondo la possibilità e il tempo per definire un piano d’azione nazionale per garantire alle persone con disabilità le pari opportunità che ancora oggi, purtroppo, non sono state pienamente raggiunte.
Il 1981 si è trasformato nell’Anno internazionale delle persone con disabilità e per i dieci anni successivi le Nazioni Unite hanno deciso di istituire il Decennio delle persone con disabilità, per permettere ai vari Paesi di uniformarsi a quello che, dopo un’assemblea ufficiale, è stato definito il Programma d’azione mondiale per le persone con disabilità.
Dal 1992 a oggi la Giornata internazionale delle persone con disabilità si è svolta annualmente, con il motto “Un giorno all’anno tutto l’anno”: una giornata per fare il punto sulla situazione dei diritti delle persone con disabilità e un interno anno per muoversi e agire di conseguenza. L’obiettivo è quello di porre l’accento sul tema del diritto universale, cioè per garantire anche alle persone con disabilità gli stessi diritti e opportunità di tutte le altre persone, e sull’abilismo, tema che recentemente è tornato centrale per l’opinione pubblica, soprattutto dopo le discussioni intorno al DDL Zan.
In questa Giornata internazionale delle persone con disabilità, abbiamo chiesto a un’attivista di raccontarci la sua esperienza e le sue opinioni sull’attuale situazione dei diritti delle persone con disabilità in Italia. Valentina Tomirotti è una giornalista, content creator e social media manager che attraverso le sue piattaforme istruisce il suo pubblico su diritti civili, diversity, inclusione e accessibilità. Ecco cosa ci ha raccontato.
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Qual è l’urgenza più impellente che ti viene in mente?
L’urgenza immediata è seminare maggiore autonomia per le persone con disabilità, per una vita indipendente.
Cosa può fare un* attivista con disabilità per la propria comunità?
Esserci, ascoltare e tramutare il tutto in dialogo e divulgazione culturale.
Cosa vorresti cambiasse nella narrazione mediatica della vita delle persone con disabilità?
La visione dell’eroismo garantito a tutte le persone con disabilità solo perché vengono considerati sopravvissuti.
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C’è qualcosa che ti preoccupa di questa epoca contemporanea?
L’odio immediato che si accende come un cerino e scalda gli stereotipi.
E di questo governo Meloni?
Del governo Meloni mi preoccupa l’assenza di ascolto e la comunicazione cruda e non empatica sui temi sociali; anche sulla disabilità, con un ministero dedicato, che non trovo sia un concetto inclusivo.
Un messaggio alla comunità di Gay.it in questa Giornata mondiale delle persone con disabilità…
Il valore della giornata odierna va garantito e rispettato 365 giorni all’anno: oggi facciamo cultura, ma da domani mettiamola in pratica.
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