Madrid è pronta ad accogliere il World Pride Madrid, che si terrà da venerdì 23 giugno a domenica 2 luglio, ma non mancano le polemiche.
Nelle scorse ore la capitale spagnola ha inaugurato i semafori arcobaleno con coppie dello stesso sesso: sono 288 per un totale di 72 incroci interessati. I semafori saranno permanenti, a testimonianza delle politiche di uguaglianza portate avanti dal Comune guidato dal sindaco Manuela Carmena di Ahora Madrid, lista affine a Podemos. Le 83.300 camere d’albergo risultano già occupate al 100% e la grande richiesta ha causato un clamoroso business con offerte speculative e fuori mercato.
A Chueca, lo storico quartiere gay-friendly della città, i residenti sono sul piede di guerra e accusano l’amministrazione di essere il principale agente del turismo fuori controllo. Protestano anche per la quantità di denaro pubblico destinato a un evento privato (e a scopi di lucro) come questo. Esteban Benito, presidente dell’Associazione degli abitanti di Chueca, ha dichiarato: “Gli immobili dei residenti diventano una specie di hotel in nero e provocano problemi di convivenza, perché ospitano spesso vandali e turisti molesti, che vengono solo per divertirsi a tutti i costi”. I prezzi alle stelle portano, inoltre, all’espulsione progressiva degli abitanti originari del quartiere.
Cosa fare dunque? Silvia Gonzalez, portavoce della piattaforma “Orgullo de periferia”, suggerisce di disperdere nei comuni dell’hinterland queste celebrazioni: lei stessa, in concomitanza con la marcia dell’1 luglio sul centrale Paseo della Castellana, sfilerà nei quartieri marginali di Villaverde, Usera e Arganzuela per diffondere la cultura LGBT in rioni e scuole della periferia sud della capitale, dove il bullismo e i crimini d’odio sono ben più frequenti e radicati.
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