Cecenia, il ministro Tria è a Mosca: ‘la Russia è complice, l’Italia sollevi la questione’

Abbiamo intervistato Yuri Guaiana, presidente nazionale dell’Associazione Radicale Certi Diritti, sulla risorta e drammatica questione cecena

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Le notizie in arrivo dalla Cecenia fanno orrore, perché l’omocausto firmato Ramzan Kadyrov è ripartito, dopo il centinaio di arresti del 2017. Almeno due omosessuali ceceni sono morti causa torture, con oltre 40 persone LGBT arrestate. A darne notizia il giornale Novaya Gazeta e il Russian LGBT Network.

Yuri Guaiana, Leonardo Monaco e Silvja Manzi, presidente e segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti e segretaria di Radicali Italiani, si sono appellati al Governo italiano, proprio oggi in Russia con il ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria, per incontrare al forum Gaidar il premier russo Medvedev.

“Il Governo italiano non sprechi questa occasione e solleciti la Federazione Russa affinché argini questa nuova ondata persecutoria e offra la massima collaborazione nello svolgimento delle indagini internazionali avviate grazie al meccanismo di Mosca”.

La speranza, ovviamente, è che il Governo Conte si svegli dal torpore, prendendo finalmente posizione sulla delicata vicenda. Nell’attesa abbiamo contattato Yuri Guaiana, presidente dell’Associazione Radicale Certi Diritti e dal 2013 eletto membro del Board di ILGA-Europe, la branca europea dell’Associazione Internazionale di Gay e Lesbiche.

Purtroppo le informazioni in arrivo dalla Cecenia sono confermate, con due morti provati e 40 persone arrestate. Sta ricominciando tutto, peggio di prima. Le torture sono diventate ancora più persistenti e drammatiche, al punto che questi due ragazzi morti sono deceduti proprio a causa delle torture. Le autorità cecene stanno inoltre distruggendo i documenti dei presunti gay reclusi, per evitare che si possa ripetere quanto avvenuto nel 2017, ovvero che queste persone possano fuggire per raccontare quanto sta avvenendo. Noi chiediamo ufficialmente a Tria, che è a Mosca e che incontrerà Medvedev, di sollevare la questione. Perché il problema è chiaramente la complicità della Russia. La Russia si è sempre rifiutata di aprire un’inchiesta penale sulla questione. Non ultima l’inchiesta internazionale, che si è conclusa nei primi di dicembre, da parte dell’OCSE, con la Russia che ha negato l’ingresso sul suo territorio. La richiesta che noi facciamo al Ministro Tria è quella di sollevare la questione in maniera molto forte, perché la Russia è complice“.

Fino ad oggi, purtroppo, l’Italia si è incredibilmente tenuta fuori dalla questione, tanto dal non aver preso parte all’inchiesta internazionale sulle purghe omofobe cecene che ha coinvolto 16 Paesi. Guaiana, sbarcato in libreria con l’opera collettanea “Il lungo inverno democratico nella Russia di Putin”, dove ha ricostruito anche la vicenda del pogrom anti-gay in Cecenia, ha nuovamente fatto appello al Governo gialloverde.

L’Italia non ha mai concesso la protezione internazionale ai sopravvissuti ceceni e ora è tutto più difficile, dato che non vi è neanche la possibilità di dare permessi di soggiorno per motivi umanitari, ma non si può rimanere con le mani in mano di fronte a un tale crimine contro l’umanità“.

Eppure a 4000 km da Roma uomini e donne vengono catturati, imprigionati, torturati, solo e soltanto perché ritenuti omosessuali. Tacere e voltarsi dall’altra parte non è davvero più ammissibile.

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