Essere nello stesso stato di famiglia e risultare "famiglia anagrafica" (da non confondersi con la famiglia giuridicamente intesa che è quella che si forma con il matrimonio) a Christopher e Rosario non bastava più. E non potendo celebrare le nozze come tutte le altre coppie che decidono di sposarsi, hanno organizzato una cerimonia simbolica ma del tutto identica ad una riconosciuta.
Lo scenario è quello di una villa nelle vicinanze di Sarego (Vicenza) dove ogni dettaglio è stato più che curato: dagli addobbi floreali alla marcia nuziale passando per il bouquet e le fedi in oro giallo e bianco non mancava davvero nulla perché l’atmosfera fosse quella di un vero e proprio matrimonio.
E così, Rosario e Christopher hanno detto sì davanti a 150 emozionatissimi parenti ed amici, tutti protagonisti del primo matrimonio gay celebrato a Vicenza. «Ci sono stati momenti molto duri – ha dichiarato Christopher stando al Giornale di Vicenza – ma rifarei tutto perché li abbiamo vissuti insieme», mentre Rosario ha voluto ricordare il padre scomparso da qualche anno: «Oggi sono certo sarebbe qui insieme a noi». Alle dichiarazioni degli sposi sono seguite quelle di tre amici che hanno voluto così partecipare alla gioia della coppia.
Come gli altri celebrati in giro per l’Italia negli utlimi anni, il matrimonio di Christopher e Rosario è puramente simbolico, nonostante i due risultino come famiglia anagrafica. Cresce, però, il numero di coppie che decidono di celebrare cerimonie simboliche riportando l’argomento costantemente all’attenzione della società e della politica.
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