A due settimane dall’ennesima strigliata della Corte Europea dei Diritti Umani, che ha ribadito come negare il riconoscimento alle coppie omosessuali vìoli la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, il neonato governo polacco ha annunciato l’intenzione di discutere a breve di unioni civili, in Parlamento.
A darne notizia la ministra dell’Uguaglianza Katarzyna Kotula, che a inizio 2024 presenterà un disegno di legge ad hoc. Kotula lo ha annunciato dopo aver consultato i leader dei partiti della maggioranza, con l’appoggio del Presidente del Sejm Szymon Hołownia: “Sono trascorsi 20 anni dalla prima legge sulle unioni civili presentata nel 2003. Le persone#LGBTQ+ hanno aspettato troppo a lungo l’uguaglianza”, ha sottolineato Kotula.
A metà dicemrbe la Corte Europea dei Diritti Umani ha tuonato contro lo Stato polacco, colpevole di non aver “adempito al suo dovere di garantire che i ricorrenti disponessero di un quadro giuridico specifico che prevedesse il riconoscimento e la protezione delle loro unioni omosessuali. Tale inadempimento ha comportato l’incapacità dei ricorrenti di regolare aspetti fondamentali della propria vita, costituendo una violazione del loro diritto alla dignità privata e familiare“.
Il caso in esame riguardava cinque coppie omosessuali polacche, le cui richieste di riconoscimento legale sono state ignorate. Negli ultimi otto anni, la Polonia è stata ripetutamente al centro dell’attenzione internazionale per le sue politiche marcatamente omofobiche e transfobiche, con tanto di “LGBT free zones”, zone interdette alla comunità LGBTQIA+. Tutto è cambiato con l’insediamento del nuovo governo progressista di Donald Tusk, riuscito a sconfiggere l‘estrema destra cattolica guidata da Diritto e Giustizia (PiS). Un regime di estrema destra che ha oscurato la liberaldemocrazia polacca, dando forma ad una repressione senza esclusione di colpi alla comunità LGBTIQ+, grazie anche alla complicità di altri esponenti del PiS insediati nelle più alte cariche istituzionali: alla presidenza del paese l’apertamente omofobico Andrzej Duda e alla presidenza dell’esecutivo il premier Mateusz Morawiecki anch’egli del PiS.
Negli ultimi anni la Corte di Giustizia dell’UE ha condannato la Polonia per discriminazione verso lavorator* LGBTIQ+ , mentre il governo di Varsavia aveva posto il veto alla proposta della Commissione Europea che raccomanda agli Stati membri il riconoscimento dei matrimoni omosessuali contratti in altri Paesi appartenenti all’UE. Ora, a lungo attesa, la potenziale svolta nei confronti delle unioni civili.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.