Mentre l’estate finalmente si fa sentire c’è già chi pensa a quella dell’anno venturo. E’ la kermesse della moda che fa tappa a Milano per anticipare l’uomo Spring/Summer 2009. Un carrozzone in continuo movimento, quello del lusso, sempre pronto a piantar tenda, mostrarsi e ripartire per un’altra delle sue tappe obbligate. E Milano è una delle soste principali, dove i marchi più noti non possono certo mancare l’appuntamento. Così, per poco meno di una settimana, la città diventa vetrina del lusso internazionale, ospitando compratori, giornalisti, modelli e naturalmente loro, i grandi stilisti. Proprio loro che ogni anno cercano di reinventare quest’uomo giocando con la sua personalità.
Un uomo che di stagione in stagione muta le sue sembianze trasmutando da rock a punk, da snob a dandy per poi materializzarsi nel macho metropolitano. Ognuno lo disegna secondo canoni e gusto personale, oppure proseguendo un percorso di ricerca che preleva, dall’arte e dagli stili del passato, elementi accessori per il futuro. E’ il naturale ciclo di vita della moda e dei suoi artisti. Su una cosa sembrano però quasi tutti d’accordo per l’estate 2009. L’uomo vestirà bermuda. E ce ne sono per tutti i gusti. Colorati e in variopinte fantasie, come quelli presentati da Missoni e abbinati alle classiche trame di colori, o come quelli di Marni, indossati con eleganza sotto una lunga camicia a trapezio. Eleganti e chic, come quelli di Les Hommes, portati in abbinamento con la giacca e indossati con la disinvoltura con cui si porta il classico completo.
Decisamente comodi e sportivi, come quelli proposti da Gaetano Navarra e indossati sotto a morbide e quasi impercettibili maglie. Un po’ tutti hanno presentato nelle loro collezioni la costante bermuda, reinterpretandola con spunti a volte ironici. Ne è un esempio la collezione Dsquared, ispirata questa volta ai graffiti e alla break dance, allo spirito Hip Hop e al suo movimento. Molti i modelli di colore, le collane e le catene appese al collo, le visiere e i polsini. Un mondo duro quello che Dsquared racconta, dove l’eleganza convenzionale si scontra con l’informalità di sneakers e shorts. E se Dsquared prende spunto per una collezione sportiva dall’Hip Hop, Frankie Morello, con la stessa forza ed energia, preleva direttamente dallo sport materiale d’ispirazione. Ed è dunque il rugby la fonte di tanta creatività. Ironiche le felpe tigrate con le orecchie sul cappuccio, piacevoli e un po’ retrò gli shorts dalla bordatura e dal taglio arrotondato.
Di ispirazione metropolitana è invece l’uomo di Les Hommes, cittadino delle grandi metropoli orientali, immerso nella velocità e nel caos del traffico. Chiare le ispirazioni alle arti marziali e ai kimono dei samurai, riprese in giacche dalle rifiniture ben delineate e dall’accostamento di materiali differenti per un unico capo. Meno cattiva del solito la collezione di John Richmond, che abbandona catene e aria darkpunk per una collezione sorprendentemente luminosa. Tinte neutre per giacche corte, pantaloni quasi a delineare la gamba e maglie dalle righe di Swarovski. Ironica e pungente Vivienne Westwood, che gioca sul tema sociale delle minoranze per trasformare la passerella in una carovana dallo spirito libero e gitano. Il suo è un uomo gipsy, a volte duro a volte romantico, che mostra i suoi tatuaggi e i suoi denti d’oro come trofei di vita, avvolti in maglie e bermuda colorati.
A tanta provocazione compensa la calma delle linee e dei colori di Calvin Klein che prosegue il percorso che il suo uomo ha intrapreso collezioni fa, noncurante degli elementi esterni. Lo stile è sicuro, monocromatico, con chiaro rimando agli anni cinquanta e al jet set internazionale. Le giacche a due bottoni si abbinano ai pantaloni al ginocchio; i bianchi e i grigi vengono interrotti da esplosioni di colori, ma sempre in tinta unita con un rigore quasi matematico. A suo agio l’uomo Pignatelli, che porta con la stessa disinvoltura sia il completo sia gli shorts da mare. La sua è un’aria quasi di esclusività, ricreata dai colori decisi del grigio e del viola, dai pantaloni dalla vita molto alta e dalle camicie portate con eleganza. Spenti i riflettori e smontate le tende, la grande carovana riparte. Prossimo appuntamento, Parigi.
di Daniele Santori
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