Cosa accomuna il direttore creativo di una casa di moda, l’uomo più desiderato di Hollywood e un innovativo visore per realtà virtuale? In una parola WHO IS SABATO DE SARNO? A GUCCI STORY, breve ma intenso documentario disponibile sulla piattaforma Mubi, dove Sabato De Sarno apre uno spioncino sul suo processo creativo. Tutto narrato dalla voce di Paul Mescal, rubacuori dall’animo gentile e ambassador della maison.
Diretto da Ariel Schulman e Henry Joos, in venti minuti di visione il direttore creativo ci svela chi è, o almeno una parte di sé, a partire proprio da quella prima collezione, Gucci Ancora, presentata per la stagione primavera estate 2024: i vari step creativi, la scelta del materiale, il design, la realizzazione delle passerelle, e il lavoro insieme al team della maison. Tutto visibile anche su Apple Vision Pro, primo visore per la realtà aumentata di Apple che fonde mondo reale e virtuale in un unico ibrido.
“Quando mi fermo per un secondo e ripenso alla sfilata di settembre sono travolto dalle stesse emozioni che ho provato in quel momento: gioia, paura, orgoglio… Oggi, finalmente, posso condividere con tutti voi un racconto di quello che sono stati quei giorni pazzi e felicissimi della preparazione della sfilata. C’è tutto, le risate, i balli, i controlli convulsi del meteo, gli abbracci, le attese” scrive De Sarno su Instagram.
Ma le porte di casa le ha aperte a Vogue, per un’intervista che ci accompagna nel suo appartamento a Roma: “il luogo dove si rilassa” e non ama invitare troppa gente a cena, immerso tra opere di Jannis Kounellis e Sidival Fila, ritratti di Pier Paolo Pasolini, e sculture provenienti dalla Sardegna che simboleggiano la fertilità e diventano il leitmotiv della sua collezione di debutto: intitolata “Ancora“, come le parole che diresti “quando baci qualcuno e non vorresti smettere di farlo”.
Visualizza questo post su Instagram
Primogenito di tre figli, De Sarno è cresciuto a Cicciano, piccola realtà al nord-est di Napoli definita “da bambino il posto più bello del mondo e da adolescente il più brutto“. Racconta che se da piccolo lo prendevano in giro per il nome (“Come si chiama tuo fratello? Mercoledì? Giovedì?” gli ripetevano i bambini) da grande ad attirare l’attenzione è stata la sessualità. Un punto di riferimento l’ha visto in Gianni Versace, che ai suoi occhi non era solo uno stilista ma un uomo “gay, molto attaccato alla famiglia, che veniva dal Sud Italia e viveva a Milano“.
Dopo aver studiato all’Istituto Carlo Secoli di Milano (che “insegnava cose concerete e costava meno“) disegna una gonna a righe che all’inizio sembra nera, ma appena la muovi si illumina di sette colori diversi, e porta a casa il premio Ago d’Oro. Finalmente “si sente come a Disneyland” perché può amare chi vuole e indossare quello che gli piace: lavora con Prada, Dolce e Gabbana, lascia il suo ex fidanzato (e a casa sua anche il premio Ago D’Oro) e si sposta da Milano a Roma per collaborare con Pierpaolo Piccioli, direttore creativo della Maison Valentino, che ne fa il “suo braccio destro”. Dopo gli anni d’oro da Valentino, e dopo un’estenuante serie di test tra Natale e Capodanno, a fine 2022 diventa direttore creativo di Gucci.
Ma anche oggi che canta con Rihanna e balla agli after party insieme a Mescal e Julia Garner (altra ambassador del brand), agli scatti con le celebrità, preferisce andare ad abbracciare la famiglia. Torna a Cicciano e risponde alle domande della mamma ricamatrice su tutte le star che ha conosciuto: da Jennifer Lopez a Ben Affleck fino a Kim Kardashian e Leonardo DiCaprio (che una volta vedeva solo sullo schermo tra i quindici rewatch di Titanic). Anche suo padre, che non ha mai manifestato particolare interesse verso il suo lavoro, oggi non fa altro che parlare di lui nel bar di Cicciano.
Dopo lo shock della norte di Davide Renne, designer, collega e amico, improvvisamente comparso a soli 46 anni lo scorso Novembre, De Sarno ha cambiato prospettiva e vuole dedicare il giusto tempo al suo lavoro come alla vita privata: che sia la famiglia o suo marito Daniele Calisti, avvocato della Commissione Europea, conosciuto nel 2012 a Stromboli, e che va a trovare nei fine settimana a Bruxelles.
Il mini-documentario è un piccolo viaggio nel suo processo creativo, che alla ‘spettacolarizzazione’ del mondo della moda, preferisce una semplice quotidianità che faccia sentire più inclusə che esclusə. Come spiega De Sarno, la sua più grande soddisfazione è realizzare capi che le persone non possano solo sognare, ma anche comprare nei negozi e indossare. “Non voglio che il pubblico delle mie sfilate dica “Wow!” e poi dimentichi tutto un attimo dopo” dichiara a Vogue.
Gay.it è anche su Whatsapp. Clicca qui per unirti alla community ed essere sempre aggiornato.