YNGWIE MALMSTEEN: IL VICHINGO DELLA SEI CORDE

In concerto al Tenax (Fi) il maestro della chitarra.

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9 min. di lettura

Il Paganini della chitarra, il Bach del metal, il creatore dell’heavy neoclassico, il vichingo della sei corde, il Maestro… sono questi alcuni degli appellativi con cui viene di solito designato uno dei più geniali chitarristi dell’ultimo ventennio, lo svedese Yngwie Johann Malmsteen, in concerto venerdì 25 maggio al Tenax di Firenze (inizio ore 21 – apertura ore 20 – ingresso 40.000 lire).

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Se pensate che tutto ciò sia un’esagerazione significa che non avete mai ascoltato questo eccezionale artista. L’enfant prodige svedese, che fin dalla tenera età si dimostra grande appassionato di musica, comincia la carriera con gli Steeler, band americana che gli permette di sperare in nuove prospettive.

Il successo più grande all’interno di un gruppo arriva con gli Alcatrazz, da cui si stacca in seguito per proseguire verso una fulgida carriera solista. Il primo album solo “Rising Force” (1984) costituisce un tassello fondamentale del metal epico/neoclassico, una sorta di bibbia ispiratrice per tutti gli appassionati del genere, che riesce tuttavia a coinvolgere anche i non chitarristi virtuosi con le proprie trascinanti sonorità. Al primo hanno fatto seguito più di 20 album, alcune raccolte e svariati live, fra i quali vale la pena ricordare Marching Out (1985), Odissey (1988, l’album che, come evidenziato dal titolo, “racconta” le difficoltà della vita del suo autore dopo lo spaventoso incidente che nel 1987 lo ha lasciato in coma per una settimana e poi costretto ad una lunga riabilitazione), Trial By Fire – Live in Leningrad (1989, un album e video ad immortalare lo storico tour nell’ex Unione Sovietica) e Inspiration (1996) un album tributo ai grandi eroi del rock come Deep Purple, Rainbow, Hendrix, che hanno ispirato il nostro guitar hero.

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Fra i lavori più recenti, Facing the Animal (1998) a cui ha fatto seguito LIVE!, una documentazione del tour sudamericano, dedicata alla memoria di Cozy Powell, scomparso poco prima che iniziasse. L’ultimo War To End All Wars (2000) è intriso di quelle atmosfere gotiche unite al sound epico che sono state la costante caratteristica di tutto il percorso artistico di Malmsteen.

Nuovamente in tour mondialie, il chitarrista sbarca ora in Italia per 4 concerti che permetteranno ai suoi numerosi fans italiani di godere delle sue speciali acrobazie sulle corde. Fra virtuosismo e nostalgia. Formazione : Yngwie Malmsteen (chitarra), Mark Boals (voce), Mats olausson (tastiere), Randy Coven (basso), Timothy Donahue (batteria).

venerdì 25 maggio 2001 – ore 21 – Ingresso L. 40.000, al TENAX – via Pratese, 46 – Firenze – apertura ore 20

Prossimo appuntamento: Sottotono in concerto, giovedì 31 maggio 2001 – ore 21,30 – Ingresso L. 25.000

In seconda pagina una biografia di MalmsteenYNGWIE MALMSTEEN – BIOGRAFIA-

Yngwie Johann Malmsteen, al secolo, Lars Johann Yngwie Lannerback è nato a Stoccolma il 30 giugno 1963, in una famiglia di appassionati cultori di musica, soprattutto classica; la musica ha quindi segnato sin dalla più tenera età la sua vita. Nella formazione musicale del maestro svedese, che è autodidatta, ha giocato un ruolo di fondamentale importanza una delle più note hard rock bands degli anni ’70, i Deep Purple; a destare l’ammirazione di Yngwie era soprattutto il loro chitarrista Ritchie Blackmore, il cui stile aveva un orientamento classicheggiante.

Dopo aver evitato il servizio militare, Yngwie cominciò a pensare seriamente al suo futuro di musicista, ma, nonostante il grande talento, nessuna casa discografica svedese lo prese in considerazione; ecco, allora, pur di sfondare, farsi strada in lui l’idea di un trasferimento all’estero.

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Nel 1983, Yngwie spedì un demo con alcune delle sue pirotecniche composizioni a Mike Varney, recensore di nuovi talenti sulla rivista specializzata americana Guitar Player e proprietario di una piccola casa discografica, la Shrapnel Records. Dopo aver ascoltato e recensito il demo, Varney invitò subito Yngwie a trasferirsi a Los Angeles per entrare a far parte degli Steeler, una metal band che il produttore stava appunto formando in quel momento.

Gli Steeler, band praticamente costruita intorno al cantante Ron Keel, durarono solo l’arco di un album, che è diventato ormai un classico dell’heavy anni ’80. L’album, omonimo, mise subito in risalto le straordinarie doti di Yngwie, particolarmente evidenti nel celebre assolo – intro di "Hot On Your Heels". Dopo quest’esperienza, il giovane axeman entrò a far parte degli Alcatrazz, band il cui stile si ispirava ai Rainbow e fondata dal cantante Graham Bonnet. Con gli Alcatrazz, Yngwie incise due albums – "No Parole From Rock’n’Roll" e "Live Sentence" – le cui tracce contengono alcuni assoli divenuti ormai leggendari: "Kree Nakoory", "Jet To Jet" e "Hiroshima Mon Amour".

Il successo riscosso, specie presso gli appassionati della chitarra, fece capire a Yngwie che era ormai giunto il momento di spiegare le ali verso una fulgida carriera solista. Risale al 1984 la pubblicazione del primo solo – album, ora considerato la "bibbia" del rock neoclassico: "Rising Force". L’album, quasi interamente strumentale, contiene alcune delle composizioni più celebri di Yngwie – tra cui "Black Star" e "Far Beyond The Sun" – e ha lanciato l’axema svedese, consacrato ‘miglior nuovo talento’ dai lettori delle riviste specializzate. L’anno successivo, Yngwie, affiancato dalla sua storica band Rising Force, pubblicò un altro capolavoro di rock neoclassico: "Marching Out". In quest’album c’è maggiore spazio per brani cantati, affidati alla voce profonda e ricca di pathos di Jeff Scott Soto; "Marching

Out" è pieno di ottime composizioni dai testi epici (come "I’ll See The Light Tonight" e "I Am A Viking") che Malmsteen esegue ancora dal vivo.

Lo stile neoclassico del maestro svedese raggiunse nuove vette nel 1986 con la pubblicazione di "Trilogy", uno dei migliori della sua carriera, contenente lo straordinario strumentale "Trilogy Suite Op: 5", un mito per un’intera generazione di chitarristi. Yngwie ama profondamente quest’album ed esegue tuttora canzoni divenute ormai storiche come "Fury" e "Liar". Nel 1987 la carriera del brillante enfant prodige della sei corde ha rischiato di essere

spezzata per sempre da un terribile incidente automobilistico, avvenuto poco prima del suo 24esimo compleanno: Yngwie rimase in coma per una settimana e dovette poi sottoporsi ad un lungo periodo di riabilitazione soprattutto per recuperare l’uso della mano destra.

Ma il 1987 ha riservato altre amare sorprese al guitar hero: la morte dell’amatissima madre e problemi finanziari causatigli da un manager disonesto. In questo quadro così fosco Yngwie cercò conforto nella musica e il risultato è stato "Odyssey", pubblicato nel 1988: rispetto ai precedenti, un album più accessibile al

grande pubblico che riscosse un notevole successo, facendo conoscere Yngwie anche al di fuori della ristretta cerchia di appassionati della chitarra. Una buona parte di questo successo si deve attribuire alla presenza di Joe Lynn Turner, dotato vocalist che in precedenza aveva militato nei Rainbow. "Odyssey", ora non molto amato da Malmsteen, contiene alcune delle sue canzoni più famose come "Heaven Tonight", "Dreaming" e "Déjà Vu". A questo album ha fatto seguito un lungo tour che ha portato Yngwie addirittura nell’ex Unione Sovietica (febbraio 1989) per una serie di memorabili

concerti, immortalati nel disco e nel video "Trial By Fire – Live In Leningrad". Quest’opera, infine, ha segnato l’epilogo della ‘fase Rising Force’ della carriera di Yngwie: infatti, alla fine del tour di "Odyssey", la band, che nel corso degli anni aveva subito vari cambiamenti di line up, si sciolse definitivamente.

Con il trasferimento a Miami, ha inizio una nuova fase della carriera di Yngwie. Il primo problema che si pose al guitar hero è stato la formazione di una nuova band, per la quale egli reclutò musicisti svedesi; tra i suoi nuovi compagni di ventura spicca il cantante Goran Edman, in precedenza singer di John Norum. Il primo album registrato con questa line up è

"Eclipse" (1990), un lavoro alquanto commerciale e piuttosto lontano dalle consuete sonorità neoclassiche ed epiche di Yngwie. "Eclipse", soprattutto a causa della scarsa promozione da parte della casa discografica Polygram, non riscosse grande successo.Frustrato da questo insuccesso e disgustato dall’atteggiamento della Polygram, Yngwie decise di cambiare etichetta; l’ultimo album pubblicato con questa casa discografica è "The Yngwie Malmsteen Collection", una raccolta dei maggiori successi dal 1984 al 1990. Tuttavia, grazie al lavoro del suo nuovo manager, Nigel Thomas, nel marzo del 1991 il guitar hero poté sottoscrivere un contratto con un’altra major label, l’Elektra. Nel 1992 vide la luce l’album di debutto per l’Elektra, "Fire And Ice" in cui Yngwie è accompagnato pressoché dalla medesima formazione del precedente lavoro. Con quest’opera, l’axeman ritorna alle sonorità di un tempo, come dimostrano canzoni come "No Mercy", "How Many Miles To Babylon" e "Cry No More". "Fire And Ice" riscosse uno straordinario successo in Giappone, dove raggiunse immediatamente il top delle classifiche, e un buon successo in Asia e in Europa. Gli Stati Uniti, invece, dove stava imperversando la corrente musicale "grunge" sembrarono aver voltato le spalle all’enfant prodige della chitarra un tempo tanto osannato. L’Elektra, visti gli scarsi risultati delle vendite in America, decise di liberarsi di un artista così lontano dai trend in voga, rescindendo il contratto di Yngwie nel marzo del 1993.

La fine del 1993 vede

un nuovo contratto discografico, con la label giapponese Pony Canyon. Il primo capitolo di questa nuova fase della carriera di Yngwie è "The Seventh Sign", pubblicato nel febbraio 1994. L’album raggiunse immediatamente i vertici delle classifiche, dimostrando che l’asso svedese – dopo un periodo tutto sommato opaco – era ancora in grado di offrire molto al suo pubblico. "The Seventh Sign" contiene canzoni di grande impatto come la title track, "Crash & Burn", la ballata "Prisoner Of Your Love" dedicata

alla moglie Amberdawn e lo struggente strumentale "Brothers", scritto in memoria del fratello.

L’unico mercato discografico in cui questo splendido album non ha riportato il dovuto successo è stato quello statunitense, più che mai legato alle mode e molto lontano dalla sensibilità musicale di Yngwie. Nel giugno del 1995 l’infaticabile guitar hero ha pubblicato "Magnum Opus", altro esempio di ardente rock neoclassico ed epico (si pensi a "Tomorrow’s Gone" e all’"Overture 1622"), nonostante qualche somiglianza con il suo predecessore. Anche nell’anno successivo Yngwie ha deliziato i fans

con la sua musica: l’album del 1996 è "Inspiration", il primo ad essere completamente inciso nello studio 308, lo studio personale dell’axeman. "Inspiration" è un album costituito da cover di canzoni di artisti rock degli anni ’70, come i Deep Purple, i Rainbow e Jimi Hendrix: un tributo di Yngwie ai maestri che gli hanno, appunto, fornito l’ispirazione. Quest’opera, inoltre, è stata realizzata con l’apporto di musicisti che

hanno suonato in passato con lo svedese, a partire dai membri dei Rising Force (i fratelli Johansson, Jeff Scott Soto, Marcel Jacobs e poi Joe Lynn Turner, Mark Boals, Barry Dunaway e il fedele Mats Olausson). Nel 1997 Yngwie, accompagnato dal direttore dell’Atlanta Symphony Orchestra Yoel Levi, si è recato a Praga per incidere con la Czech Philarmonic Orchestra la sua opera più ambiziosa: "Concerto Suite For Electric Guitar and Orchestra in Eb minor, Op: 1".

Per portare a compimento il grandioso

concerto, sono occorsi lunghi mesi di lavoro che hanno fatto slittare l’uscita dell’album al febbraio 1998; Dopo la parentesi sinfonica, il Maestro svedese, infaticabile come sempre, ha ripreso con successo la sua carriera solista. Risale al 1998 uno dei suoi

album più acclamati degli ultimi anni, "Facing The Animal", in cui Yngwie è stato accompagnato da una nuova formazione (ad eccezione di Mats Olausson) nella quale spicca Cozy Powell, uno dei più celebri batteristi del mondo metal. Il nuovo cd, registrato in Giappone per la Pony Canyon, è stato distribuito in Europa e negli USA dalla Polygram, la major label per cui Yngwie ha inciso dal 1984 al 1990; questo ha comportato una migliore promozione dell’album, condotta soprattutto tramite un maggior numero di interviste rilasciate ai media. A "Facing The Animal", che contiene hit come "Like An Angel" e "Braveheart", ha fatto seguito un tour di grande successo

che ha portato Yngwie persino in Sudamerica; proprio i concerti sudamericani sono stati immortalati in un doppio cd live e in un video, intitolati semplicemente "Live !!" e dedicati alla memoria di Cozy Powell, scomparso tragicamente poco prima dell’inizio del tour. Il ritrovato legame con la Polygram ha avuto breve durata a causa della cessione della label ad un’altra compagnia discografica, la Seagram; questa cessione – oltre ad incidere negativamente sul tour americano di "Facing The Animal", che è

stato annullato – ha comportato una serie di questioni contrattuali che hanno spint Yngwie a lasciare l’etichetta. Nel settembre 1999, dopo aver effettuato un breve tour di "clinics" in Europa, il guitar hero ha pubblicato un altro album neoclassico, caratterizzato da un sound epico e da atmosfere gotiche che richiamano molto i suoi primi lavori: "Alchemy". Sulla suggestiva cover di "Alchemy" spicca il nome Rising Force, ma la line up è ben lontana da quella ‘storica’; in essa, oltre al solito Mats Olausson, figura il singer Mark Boals che aveva cantato le lyrics di "Trilogy" e un paio di tracce di "Inspiration".

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DISCOGRAFIA PRINCIPALE:

1984 Rising Force Polydor

1985 Marching Out Polydor

1986 Trilogy Polydor

1988 Odyssey Polydor

1989 Live in Leningrad: Trial by Fire Polydor

1990 Eclipse Polydor

1991 Eclipse [Japan 2 CD] Alex Imports

1992 Fire and Ice Elektra

1994 Seventh Sign CMC

1994 Power and Glory Pony Canyon

1994 I Can’t Wait Pony Canyon

1995 Magnum Opus Import

1996 Inspiration Foundation

1998 Facing the Animal Mercury

1998 Concerto Suite for Electric Guitar and… Import

1998 Facing the Animal [Japan] Import

1998 Live in Brazil 1998 [Bonus VHS] Import

1998 Live in Brazil 1998 Import

1999 Inspiration [Bonus CD] Import

1999 Alchemy Pony Canyon

2000 Best Album [Limited Edition] Pony Canyon

2000 Fire & Ice [Import Bonus Tracks] Wea

2000 Young Person’s Guide to the Classics, Vol. 1 Pony Canyon

2000 Young Person’s Guide to the Classics, Vol. 2 Pony Canyon

2000 Double Live Spitfire

2000 War to End All Wars Pony Canyon

2001 Live at Budokan Polygram

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