Gli antichi greci lo chiamavano phallos. Sì, vuol dire “cazzo”, ed è una parola che, con pochi cambiamenti, usiamo ancora oggi.
Ai tempi in cui si andava in giro vestiti con una toga, comunque, sembra che il pistoletto avesse anche in pubblico una stima maggiore di quella che ha oggi. Il dio della fertilità Priapo era rappresentato da un ragazzo dalle proporzioni grottesche, con un membro spaventoso. Suo padre, Dioniso, veniva onorato in processioni in cui si portavano statue con falli divini. E anche un altro dio greco, Hermes, era spesso rappresentato con una colonna di pietra rastremata con in cima la sua testa scolpita e, un po’ più sotto, una erezione in bella evidenza.
Non si tratta solo degli antichi ateniesi: anche ora, il grande dio indù Shiva viene rappresentato da un fallo di pietra, a volte raffigurato in forma piuttosto astratta in india, ma in altre culture indù decisamente più anatomicamente corretto.
I grandi della teologia spiegherebbero pazientemente che questa adorazione fallica rende onore al Grande Potere Generatore, portatore primario della vita. Al che, un gay potrebbe rispondere “caro, mi sono inginocchiato per anni per adorarlo”… Anche se i rituali degli antichi greci e una notte in un cruising sono almeno un po’ diversi, alcuni impulsi potrebbe essere in comune. «Se sono dell’umore giusto – afferma un giovane adoratore – è davvero miracoloso. Pensa: questo pezzo di carne moscio diviene turgido ed elargisce piacere, per finalmente spruzzare il seme. Se non è un piccolo miracolo, non so cosa sia».
La maggior parte degli uomini gay hanno venerato la bestia venosa in un modo o nell’altro. Molte scene di sesso orale contengono almeno un sottinteso di adorazione, e a volte l’impulso religioso diventa più esplicito quando un uomo offre i suoi omaggi al dio da un occhio solo. Come dice un altro seguace: «Una delle cose più eccitanti che mi è successa ultimamente, è stato quando un tipo con cui facevo sesso si è messo in ginocchio ed è rimasto davanti alla mia erezione, accarezzandola come se la adorasse».
I gretti fondamentalisti potrebbero sibilare condanne sferzanti, ma in questi tempi post-freudiani, non è più un’eresia affermare che molte delle grandi religioni mondiali hanno una componente erotica; alcune – a noi molto familiari – adorano il potere creativo di una figura paterna divina (anche se le femministe discutono su quanto sia credibile un Babbo divino).
Ci sono un sacco di pali simbolici che stanno eretti in molte delle grandi religioni del mondo. E poi ci sono quelle che gli occidentali chiamano con condiscendenza “fedi primitive”… dove un sacco di idoli sono molto esplicitamente dotati.
D’accordo, qualcuno potrebbe razionalmente rispondere che il concetto di un fallo cosmico non è precisamente lo stesso dei tipi che ciondolano per terra tra le gambe di un ragazzo, ma la rigorosa repressione antisessuale di alcune fedi fondamentaliste potrebbe spingerci davvero troppo verso la direzione opposta.
(E l’omofobia più aperta è, infatti, un prodotto diretto di questo tipo di atteggiamento). Le religioni organizzate spesso propongono uno strano bilancio tra la celebrazione del mondo fisico e la repressione del desiderio sessuale. Molti uomini gay hanno un modo di vedere la cosa leggermente diverso: se tutto il Creato è sacro, non è giusto celebrare uno dei suoi prodotti migliori?
Perciò, la prossima volta che incontrerete un fallo favoloso, perché non avvicinarcisi come a qualcosa di più che a un pezzo di carne da far indurire? Perché non cercare di entrare in sintonia con i significati cosmici reconditi nascosti nella biforcazione delle gambe? Nessuno vi chiede di costruire un piccolo santuario nella vostra camera da letto, completo di dildo e incensi (anche se potrebbe essere carino). Ma in fin dei conti, la Grecia è nota come la “culla della civiltà occidentale”, quindi perché non essere partecipi della fede dei nostri antenati? Ringraziate Priapo per il fallo, e solo dopo, mettetevi al lavoro…
di Simon Shephard – Gay.com UK
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