“Fino a un anno fa si diceva che fossi gay, invece non lo sono, e neanche bisessuale“. Così il giornalista del Fatto Quotidiano e scrittore Andrea Scanzi pone fine ai rumor sul suo orientamento sessuale. “Mi piacciono le donne, anche troppo – racconta in un’intervista rilasciata a Vanity Fair -: nel mio matrimonio l’ho pagata. Traggono in inganno gli orecchini, gli anelli. Una volta, su consiglio di Aldo Busi, ho provato a togliermeli, ma dopo un mese me li sono rimessi”.
“Ho smesso di farmi le lampade due anni fa – continua Scanzi -. Fanno male e sono ridicole, lo so, ma detesto vedermi cadaverico, ho la pelle molto bianca. Oggi ogni tanto mi do uno spray autoabbronzante, o mi faccio truccare in tv. So che a volte esagero, e cado nell’effetto Carlo Conti. Vado anche dall’estetista, a farmi le mani. Ammetto di curarmi molto, ho la sindrome della soubrette: il complimento più grande che una donna può farmi è dirmi che è venuta a letto con me perché sono bello”.
Nell’intervista, Scanzi parla della sua vita privata, accenna alle conquiste fatte tra “cantanti, giornaliste, attrici, parlamentari”. Ma l’unico nome che emerge è quello di Selvaggia Lucarelli, anche lei da poco approdata alla redazione de Il Fatto, dopo avere scritto per anni per Libero. La loro storia, del resto, era già stata rivelata dalla stessa Lucarelli. “Mi ero appena separato. Ero confuso, inquieto, vorace di esperienze – racconta -. Lei era molto più quadrata, serena e matura. La avvertivo possessiva e gelosa, sentimenti che io non conosco. Avevo la sensazione che inconsciamente, e legittimamente, cercasse un uomo che facesse subito il padre di suo figlio, e magari fosse pronto a farne un altro. Probabilmente una sensazione sbagliata. Comunque meglio così, siamo più bravi come amici che come amanti. La stimo, le voglio bene“.
Ora Scanzi convive a Milano con una ragazza pugliese conosciuta tramite Facebook il giorno che lei gli ha scritto perché ammirava il blog che il giornalista teneva su MicroMega. E ammette la sua passione: i piedi. “A scuola mi sentivo un pervertito – confessa -: i miei amici guardavano seni e sederi, io mi eccitavo per caviglie e piedi. Grazie alla Rete, per fortuna, ho scoperto che i miei sono gusti piuttosto diffusi, e che sono feticisti anche molti artisti, da Bunuel a Tarantino. La cosa buffa è che non sopporto i miei di piedi: non metto mai i sandali”.
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