Botta e risposta a Ginevra su una tematica che ha messo in seria difficoltà il Vaticano negli ultimi anni: la pedofilia. Keith Porteous Wood, rappresentante dell’Unione Internazionale Etica e Umanista ha chiesto alla comunità internazionale e alle organizzazioni dei bambini di fare pressione affinchè il Vaticano risponda dei numerosissimi abusi subiti da minorenni in ambiente religioso. «Che apra i suoi archivi, cambi le sue procedure a livello mondiale, e denunci i presunti responsabili di abusi alle autorità civili» ha detto Wood accusando la Chiesa di violare la Convenzione dei Diritti dei Minori. L’arcivescovo e Osservatore Permanente all’Ufficio delle Nazioni Unite e delle Istituzioni Specializzate a Ginevra Silvano Tomasi ha replicato a queste accuse durante una riunione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite difendendo l’istituzione che rappresenta.
Lo ha fatto citando le statistiche del Christian Science Monitor secondo le quali in America gli abusi avvengono più frequentemente nelle chiese che predicano le altre religioni. Prime tra tutte il Protestantesimo e l’Ebraismo. Tomasi ha poi tenenuto a precisare che «Nel clero cattolico solo tra l’ 1,5 e il 5% dei religiosi ha commesso atti di questo tipo. La percentuale è maggiore tra i familiari e gli amici delle vittime» e ha suggerito:«come la Chiesa Cattolica si è data da fare per fare pulizia in casa, sarebbe buono che altre istituzioni e autorità, dove la maggior parte degli abusi sono stati segnalati, potessero fare lo stesso, e ne informassero i media». L’arringa dell’arcivescovo si è poi conclusa con una precisazione che lascia decisamente perplessi: «Di tutti i preti coinvolti negli abusi, dall’80 al 90 percento appartenevano a questo orientamento sessuale minoritario, impegnati sessualmente con ragazzi adolescenti fra gli undici e i diciassette anni». Si tratterebbe quindi "soltanto" di efebofilia e non di pedofilia come si è soliti affermare.
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