“L’Unione europea non può voltarsi dall’altra parte e tradire se stessa: deve agire affinché in Ungheria non venga violato il rispetto dei diritti umani“. Così Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, ha duramente commentato l’indecente approvazione andata in scena al parlamento ungherese la scorsa settimana, con il via libera alla cosìdetta “Legge Insalata” proposta da Viktor Orbàn.
Una contestatissima legge che vieta la rettifica anagrafica del sesso assegnato alla nascita alle persone transgender e intersessuali.
L’Ungheria è tenuta a rispettare quantosancito dalla Corte Europea dei Diritti Umani, che impegna gli stati membri a garantire il riconoscimento legale del genere ed è tenuta a dare valore alle raccomandazioni del Parlamento Europeo in merito al riconoscimento dei diritti e a favore della protezione da ogni discriminazione delle persone transgender.
La Rete Trans di Arcigay ha espresso forte preoccupazione per la comunità transgender ungherese, a causa dell’ondata di stigma e di violenza a cui questa legge inevitabilmente la sottoporrà: “La deriva autoritaria di Orbàn – dicono le attiviste e gli attivisti della rete – ha portato all’approvazione di questa legge atta a definire permanentemente il genere di una persona soltanto “sulla base dei caratteri sessuali primari e dei cromosomi”, sebbene le identità non si possano definire esclusivamente e solo sulla base di un mero dato biologico. Si tratta di un atto gravissimo di cancellazione delle vite di migliaia di persone, del loro diritto ad esistere e ad autodeterminarsi. Presteremo tutta l’assistenza possibile al fine di contribuire alla battaglia iniziata dalle associazioni e attivisti per i diritti delle persone Transgender in Ungheria per contrastare questa norma. Ci appelliamo alla Presidente della commissione Europea Ursula von der Leyen affinchè intervenga con azioni concrete volte a ristabilire il pieno rispetto dei diritti umani in Ungheria e invitiamo la cittadinanza alla sottoscrizione della petizione lanciata sulla piattaforma ALL OUT“.
Una petizione che sottolinea come questa legge sia in netto contrasto con le norme, nazionali e internazionali, sui diritti umani. Il Consiglio Europeo ha infatti invitato tutti gli stati membri a sviluppare delle procedure trasparenti, accessibili e veloci per far sì che una persona trans possa cambiare il proprio nome e il proprio sesso registrato all’anagrafe.
La Corte Europea dei Diritti Umani ha stabilito che gli stati membri devono impegnarsi per fornire il riconoscimento legale del genere. La Corte costituzionale ungherese ha inoltre espresso che cambiare il nome e il genere è un diritto fondamentale per le persone trans. Questa legge, tra le altre cose, colpisce anche le persone intersex. Essa infatti non prende in considerazione che molte persone intersex hanno caratteristiche differenti rispetto al modello che lega biunivocamente i cromosomi sessuali ai genitali esterni. Inoltre, alcune persone intersex non si identificano con il genere assegnato alla nascita. Tutto ciò causerà un incremento della discriminazione a danni di persone trans e intersex. Cliccando qui potrete dare il vostro sostegno alla causa.
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