Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato del ‘caso’ Amedeo Cencini, sacerdote canossiano di Verona nonché iscritto all’Albo degli Psicologi della Regione come Psicologo e Psicoterapeuta che nel corso di un convegno disse che “l’omosessualità è una patologia”. Per questo motivo Cencini era stato denunciato all’Ordine degli Psicologi del Veneto dagli studiosi del diritto e del fenomeno religioso del sito Silere non possum, che ha accusato l’Ordine stesso di aver “archiviato la segnalazione“, arrivando così ad una conclusione decisamente forte: “l’Ordine degli Psicologi ritiene che l’omosessualità è una patologia”. “I professionisti veneti non hanno nulla da dire? Non ritengono che la loro categoria venga infangata in questo modo?“.
Luca Pezzullo, presidente dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi del Veneto, e Fortunata Pizzoferro, Vicepresidente, hanno voluto replicare a queste accuse inviandoci un un breve comunicato, per chiarificare alcuni elementi di contesto.
“Nel 1973 l’omosessualità è stata definita dall’American Psychiatric Association (APA) come un orientamento sessuale, una variante della sessualità umana priva di alcun elemento patologico. Nel 1993 viene riconosciuta anche dall’OMS come una variante della sessualità umana, al pari dell’orientamento eterosessuale”.
“L’Ordine delle Psicologhe e Psicologi del Veneto è estremamente attivo nella lotta contro i pregiudizi basati sull’orientamento sessuale, con azioni concrete e ben visibili“, hanno precisato, ricordando quanto fatto solo nell’ultimo anno.
– Il convegno “Diritti civili e discriminazioni. Dignità e responsabilità degli esseri umani” a Padova;
– Il sostegno e il patrocinio all’iniziativa volta ad inserire il Regolamento Identità Alias nelle scuole promosso dalla Rete Lenford;
– Il patrocinio al Convegno “Trans-i-zioni” presso l’Università di Padova;
– L’adesione in corso al protocollo Feeling, rivolto alle problematiche di minori stranieri LGBT+;
– Il sostegno costante alle numerose azioni di contrasto alla violenza di genere.
“L’esercizio della professione psicologica ha come fondamenti il principio di non discriminazione e di scientificità“, si legge nella nota. “Gli psicologi e le psicologhe ispirano il proprio agire professionale ai principi della scienza, rifiutano qualunque forma di terapia volta a modificare l’orientamento sessuale (riparative o di conversione), non adottano, seguono o promuovono convinzioni antiscientifiche che considerano l’omosessualità una patologia, e soprattutto non agiscono alcuna forma di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale“.
Precisazioni doverose, per poi preseguire annunciando querela contro il sito Silere non possum, fondato Marco Felipe Perfetti nel 2021.
“In questi giorni l’Ordine è stato scorrettamente accusato, da alcuni blog, di “stare zitto” rispetto a chi sosterrebbe che l’omosessualità sia una “patologia”, sulla base dell’archiviazione di una segnalazione disciplinare a carico di un iscritto. L’Ordine è un Ente pubblico, che svolge i procedimenti disciplinari con una metodica imparziale e rigorosa che valuta, fra l’altro, anche la collocazione delle condotte nel tempo, la loro prescrizione o la reiterazione, le eventuali azioni riparatorie intervenute, ecc. Trarre la conclusione che l’Ordine sia portatore e sostenitore di un’ideologia omofoba sulla base dell’archiviazione di una segnalazione disciplinare, su cui deve mantenere il segreto istruttorio e non può dare spiegazioni pubbliche, è semplicemente scorretto. Stante la natura diffamatoria di alcune affermazioni, il Consiglio dell’Ordine ha dato mandato ai legali di agire a tutela dell’immagine dell’Ente. La promozione dei diritti civili delle persone LGBT+ passa attraverso azioni concrete, pubbliche e visibili positive, che questo Ordine continuerà a perseguire con decisione”.