La Corte Suprema delle Filippine ha finalmente deciso di intervenire sull’ormai infinita controversia legata alla legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso nel Paese.
L’avvocatogay Jesus Falcis III aveva presentato due petizioni, nel 2015 e 2016, affinché la Corte si pronunciasse sulla questione. Fino ad oggi non aveva mai ricevuto risposta. Al terzo tentativo la Corte ha annunciato che tratterà il caso nel mese di giugno.
“Il tribunale ha fissato le argomentazioni orali per il prossimo 19 giugno 2018, alle ore 14:00“, ha affermato il portavoce della Suprema Corte Theodore Te in conferenza stampa.
Nella sua doppia petizione, Falcis sostiene che alcune sezioni del Codice di famiglia del 1987 sarebbero incostituzionali, in quanto la legge non specificherebbe quali ‘generi’ possano sposarsi. Il mancato matrimonio egualitario, sostiene Falcis, lascia le coppie filippine dello stesso sesso senza protezioni legate alla genitorialità, all’eredità e ai diritti di proprietà. “Sia le coppie eterosessuali che quelle gay hanno le stesse possibilità di lasciarsi o di innamorarsi“, sottolinea il firmatario della petizione, con il procuratore generale Florin Hilbay che ha giudicato la sua difesa a sostegno delle nozze same-sex “intrinsecamente imperfetta“.
Secondo Hillbay non ci sarebbe alcuna motivazione legale affinché la Corte possa rimuovere i contestati articoli come richiesto da Falcis. Nel dubbio, dopo 3 anni d’attesa, il caso verrà comunque preso in esame, dopo l’inattesa apertura al matrimonio egualitario arrivata dal controverso presidente delle Filippine Rodrigo Duterte.
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