La polizia di Città del Capo, in Sudafrica, ha aperto un’indagine dopo che un omosessuale ha dichiarato di essere stato stuprato, frustato e ricoperto di feci in un attacco omofobo, che si presume sia avvenuto il 30 gennaio.
Mogamat Yushree Jacobs, questo il nome della vittima, era ospite del centro di riabilitazione Akhbar a Città del Capo quando l’inferno si è materializzato. Jacobs sostiene che il personale del centro lo avrebbe preso di mira dopo averlo visto tenere la mano di un altro uomo. Mogamat stava frequentando il centro in quanto assistente amministrativo e consigliere, dopo un passato da eroinomane.
“Avevo una sessione individuale e stavo tenendo la mano di un altro ragazzo quando è entrato il manager”. Ha detto Jacobs.“Ci è stato riferito di porre fine a quell’amicizia, con alcuni dipendenti incaricati di sorvegliare me e questa persona”. “A quel punto mi hanno messo in una stanza dove nuove persone mi avrebbero punito … mi hanno picchiato con una frusta, che non mi ha permesso di camminare per qualche giorno.”
Ma l’abuso non si è fermato qui, incredibilmente, andando oltre.
“Mi hanno svegliato a mezzanotte dicendomi di indossare solo le mutande. Hanno preso dell’acqua piena di escrementi e me l’hanno lanciata addosso, mi hanno ordinato di entrare in piscina con gli altri ospiti che erano lì. Colui che abbiamo chiamato ‘il padre della casa’ mi ha messo la testa sott’acqua, sembrava che stessi per svenire. Poi mi hanno ordinato di uscire e di dire ad un uomo di massacrarmi con il suo pene. Questi uomini sono stati costretti a farlo dal ‘padre’“.
Jacobs sarebbe stato costretto a rimanere in piedi, coperto di feci, dalle 2 alle 10 del mattino senza potersi muovere.
“La direzione sapeva fossi gay quando sono arrivato, e non ho mai avuto problemi”.
Il portavoce della polizia, tenente colonnello Andrè Traut, ha dichiarato: “Questo ufficio può confermare che la polizia di Philippi sta indagando su un caso di stupro. Il sospetto è noto e non è stato ancora arrestato in attesa dell’esito dell’indagine“.
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