Alla fine, tanto rumore per nulla: non rimane che ammettere che aveva ragione il Senatore Alberto Airola, quando sosteneva che il gruppo al Senato del Movimento 5 Stelle avrebbe votato compatto sulle unioni civili e che i distinguo sulla stepchild adoption sarebbero stati pochi, pochissimi. Ad oggi, infatti, dalla nostra “conta” è solo uno il no sicuro, quello del senatore Marco Puglia, mentre due sono i dubbiosi e due quelli non ancora pervenuti. Vediamo chi sono.
Alberto Airola in una intervista a Repubblica.it:
I senatori ‘malpancisti’ del M5S sono quindi quattro al massimo, ma probabilmente, alla fine saranno meno, forse tre. L’unico no sicuro, lo dicevamo da sabato sera, è quello del senatore campano Sergio Puglia: 43 anni, originario di Portici, in provincia di Napoli, ha condiviso sulla bacheca della sua pagina Facebook il seguente post di Carlo Sibilia, deputato avellinese, non lasciando quindi molti dubbi sul suo pensiero:
NON E’ LA LEGGE A CAMBIARE LA CULTURA DI UN PAESE MA LA CULTURA DI UN PAESE CAMBIA LE LEGGILe Unioni Civili sono un…
Pubblicato da Carlo Sibilia su Domenica 7 febbraio 2016
Ecco invece chi sono gli altri due. La prima dubbiosa è Ornella Bertorotta che ieri sulla sua pagina Facebook , ma in alcuni commenti ha lasciato intendere che vuole ancora ascoltare l’opinione dei suoi elettori per poi decidere in tutta serenità.
Il Senatore Carlo Martelli si è però poi, intorno alle ore 18, reso protagonista di uno spiacevolissimo episodio: da noi interpellato via mail nella giornata di domenica ed oggi via mail per conoscere le sue intenzioni di voto sulla stepchild, ci ha risposto piccatissimo così: “Quello che lei sta facendo si chiama lista di proscrizione ed è un reato”. Evidentemente, che siano del PD o pentastellati, ad alcuni senatori proprio non va giù che liberi cittadini e liberi giornalisti possano disturbarli con domande che li mettono in difficoltà.
Vi è poi l’attuale capogruppo al Senato, Nunzia Catalfo: Arcigay ci conferma che ha partecipato a diverse iniziative legate alle unioni civili, quindi il suo sì è probabile e magari non vuole esporsi proprio per il suo ruolo di portavoce, tant’è che fino ad oggi sulla sua pagina Facebook ha postato solo il post di oggi del blog di Grillo – quello con cui si precisa la posizione – e, significativamente, non quello di sabato che ha creato così tanto scompiglio tra i militanti Cinque Stelle e quelli LGBT. La Senatrice Catalfo, da noi interpellata attraverso diversi canali, fino ad ora non ci ha comunque risposto su come intende votare sull’articolo 5 del ddl Cirinnà.
Infine, vi è il Senatore Lello Ciampolillo. Poco avvezzo ai social network, il senatore ha su Facebook un post su Facebook e Rosetta Enza Blundo che, interpellata da Arcigay L’Aquila, ha confermato che voterà a favore anche della stepchild