Otto anni fa, era il 2016, a Cesena Forza Nuova affisse manifesti funebri per contestare la prima unione civile della città. La legge Cirinnà era stata da poco approvata e il partito di estrema destra definì in quell’occasione il “matrimonio gay, funerale d’Italia“.
Responsabile regionale di Forza Nuova era Mirco Ottaviani, prontamente denunciato da Arcigay Rimini.
Nel 2021 Ottaviani venne assolto dall’accusa di aver violato la legge Mancino, imputazione ipotizzata per la prima volta in Italia dalla procura di Forlì in relazione alla discriminazione di genere e omofobia, ma condannato per diffamazione aggravata dal Tribunale di Forlì al pagamento di 1000 euro di multa, nonché al risarcimento di 1500 euro ad Arcigay Rimini che si era costituita parte civile nel procedimento giudiziario.
Passati altri 3 anni, Ottaviani è stato ora assolto dalla Corte d’Appello di Bologna per improcedibilità dell’azione penale, in assenza di querela da parte dei due uomini che si unirono civilmente quel giorno. La Corte, fa sapere Ottaviani tramite comunicato, ha accolto l’appello degli avvocati Mario Giancaspro e Tommaso Golini, ritenendo di non dover procedere nei confronti dell’imputato anche per l’accusa di diffamazione, oltre quella per discriminazione già caduta in primo grado, condannando Arcigay al pagamento delle spese legali.
Oggi Ottaviani è tra i principali esponenti del Movimento Nazionale – La Rete dei Patrioti.
Sempre Forza Nuova inscenò un vero e proprio funerale per le vie della città durante la seconda unione civile della storia di Cesena. Era domenica 5 febbraio 2017.
Mentre Matteo Capacci, 24 anni, e Marco Zaccaria 30 anni, si univano civilmente in comune, in strada eponenti di Forza Nuova sfilarono con una bara, con nuovi manifesti funebri che testualmente recitavano: “Marco e Matteo unitamente ai parenti e alla cittadinanza tutta annunciano la fine della civiltà, delle nostre tradizioni, della famiglia naturale, unico cardine della nostra società e del diritti dei bambini a crescere con una mamma ed un papà, avvenuta domenica 5 febbraio 2017 – matrimoni gay funerale d’Italia – L’Italia ha bisogno di figli non di omosessuali“.
Dieci i rinviati a giudizio, nel 2020 condannati in primo grado per diffamazione dal tribunale di Forlì, con multa di 2000 euro e 1000 euro di risarcimento al Comune di Cesena, Arcigay Rimini e Rete Lenford-Avvocatura per i diritti Lgbt, che si erano costituti parte civile, oltre al dover sostenere le spese processuali e risarcire con 5000 euro i due uomini uniti civilmente.
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