Il 9 dicembre del 2005 in una manciata di sale usciva negli Stati Uniti d’America “I segreti di Brokeback Mountain” di Ang Lee, pochi mesi prima in trionfo alla Mostra del Cinema di Venezia con un più che meritato Leone d’Oro.
Tratto dal racconto Brokeback Mountain di Annie Proulx, il film vinse poi 4 Golden Globe, 4 Bafta, 3 Critics’ Choice Movie Award e 3 premi Oscar su 8 nomination (Migliore regia, Migliore sceneggiatura non originale, Miglior colonna sonora), oltre a decine e decine di altri riconoscimenti. Costato appena 14 milioni di dollari, “I segreti di Brokeback Mountain” ne incassò 178,062,759 in tutto il mondo. Mai una pellicola a tematica LGBT aveva raccolto tanto, mai un film con due personaggi gay protagonisti era diventato ‘mainstream’. Non a caso “I segreti di Brokeback Mountain” ha cambiato la percezione di Hollywood nei confronti del cinema LGBT, con una produzione a lungo evitata da celebri divi e non pochi registi costretti ad abbandonare il progetto. C’è stato un prima e c’è stato un dopo, e da quel dicembre del 2005 nulla è stato come prima grazie al capolavoro di Lee, trainato da due attori straordinari che dopo decine di rifiuti accettarono il rischioso titolo: l’indimenticato Heath Ledger, deceduto nel 2008, e Jake Gyllenhaal, affiancati da Michelle Williams e Anne Hathaway.
Protagonisti due cowboy di origini molto diverse che si incontrano e si innamorano mentre lavorano insieme tra i pascoli di Brokeback Mountain, nell’estate del 1963. Le loro vite, però, prenderanno direzioni diverse. Film epocale che, con la rappresentazione dell’esplosione di un sentimento amoroso tanto inatteso quanto intenso, scardinò la visione romantica del Far West e smontò definitivamente la mitologia del cowboy. Personaggi forti, intensi, veri, con un’alchimia tra i due protagonisti ipnotica e le musiche di Gustavo Santaolalla da subito diventate un classico. Senza se e senza ma, un capolavoro assoluto.
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