Il Diavolo veste Prada: stasera in tv il film che è diventato un fenomeno social

'Tu mangi carboidrati' è la pagina Facebook che ha fatto diventare virale il 'mito' de Il Diavolo veste Prada. Meme e curiosità sul film con Meryl Streep!

Il diavolo veste Prada
5 min. di lettura

Non essere ridicola, Andrea. Tutti vogliono questa vita. Tutti vorrebbero essere noi

Il Diavolo veste Prada è uno di quei film che non passa mai di moda. La commedia ambientata tra le vie di New York e nel mondo del giornalismo – così smaccatamente e amorevolmente queer – ad oggi resta una pietra miliare per i film di genere. E questa sera, giovedì 11 febbraio, la pellicola di David Frankel, arrivata nelle sale cinematografiche nel lontano 2006, torna in tv, in prima serata su Canale 5.

Un successo di critica e pubblico che non avrebbe bisogno di presentazioni. E su quanto Il Diavolo veste Prada sia cool, pop e friendly, si è detto e fatto praticamente di tutto. Eppure il film, a distanza di anni, resta  un vero caposaldo per la cultura di oggi. Il suo impatto è andato ben oltre il grande e il piccolo schermo, invadendo anche (e soprattutto) il mondo dei social network. I personaggi di Miranda Priestly, di Andrea “Andy” Sachs e di Emily Charlton sono diventati dei veri e propri fenomeni di costume.

Il diavolo veste Prada

Perché Il Diavolo veste Prada è un film ‘social’

Nel corso del tempo, la pellicola ha visto crescere la sua immagine in un mondo in continuo movimento. Le citazioni di Miranda, gli sguardi al veleno della direttrice di Runway, come le battute di Andrea e di Emily, hanno dato vita a una serie di meme dissacranti e politicamente scorrenti, che sono diventati viralissimi sul web. Fautrice di tutto questo è la pagina Facebook di ‘Tu mangi carboidrati’. Conta più 66mila “mi piace” e con una media di tremila interazioni ad ogni post, grazie ai personaggi del film, i creatori di questo progetto sono riusciti a raccontare  la nostra contemporaneità. Strana ma vero. Il profilo è nato con l’intenzione di fare del sarcasmo sulla vita di tutti i giorni con le scene topiche della pellicola. Alla fine, i suoi post si sono focalizzati anche su altri argomenti.

https://www.facebook.com/tumangicarboidrati/posts/240317344132397

I meme di ‘Tu mangi carboidrati’

C’è spazio per il lifestyle, per il sesso, i rapporti di coppia e, ovviamente, anche per la politica. Un tema che da un anno a questa parte ha stravolto l’universo dell’informazione.  C’è un meme per tutti i gusti. Ad esempio, c’è Miranda che prende in giro il senatore Ciampolillo quando si è presentato in ritardo alle consultazioni; ed è un trionfo per le prese in giro per le muffole di Bernie Sanders; la pagina non lesina neanche sulle prese in giro ai congiunti, gli eterni sconfitti di questa pandemia; e si ride anche sulla divisione dell’Italia in zone rosse, gialle e arancioni, senza dimenticare le battute piccate  su gli attacchi a Capitol Hill, sui vaccini e, ovviamente, sull’ex vice-premier Matteo Salvini. Si ride con gusto, ricordando però il mito del diavolo veste Prada. Questo fa intuire quanto è stato influente il film di Frankel.

https://www.facebook.com/tumangicarboidrati/posts/261285138702284

 

E  non è da sottovalutare. Benché la pellicola sia stata concepita in un’epoca in cui i social ancora non avevano una diffusione capillare, suo malgrado, la storia di Andrea e Miranda è così potente da poter diventare qualcosa di più. Non un semplice film.  È diventato un fenomeno di costume e social proprio per questo: Il diavolo veste Prada è stato capace di raccontare la modernità, esorcizzando sogni e aspirazioni di tutti noi, sbeffeggiando il folle mondo in cui viviamo.

Non è da tutti riuscire in un’impresa del genere,  ma proprio per questo motivo ha lasciato un’impronta così indelebile nella cultura pop, perché ha giocato con i usi, i costumi e i linguaggi della nostra modernità.

https://www.facebook.com/tumangicarboidrati/posts/251916872972444

Ennesima replica, ennesimo re-watch.  Il film con Meryl Streep, Anna Hathaway ed Emily Blunt è diventato oramai un appuntamento fisso e irrinunciabile. Il Diavolo veste Prada è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Baciato dalla critica e dal pubblico, il film ha incassato a livello mondiale ben 362 milioni di dollari, a fronte dei 35 milioni che sono stati spesi per produrre il lungometraggio. A convincere, non è stata solo una storia frivola, comica, modaiola e accattivante e che mette in mostra il lato “oscuro” del giornalismo, ma il successo è dovuto  alle splendide interpretazioni di Meryl Streep e Anna Hathaway.

https://www.facebook.com/tumangicarboidrati/posts/247852910045507

 

Tutte le curiosità: quando Glen Close ha rifiutato di prendere parte al film…

Distribuito in Italia dal 13 ottobre del 2006, anche nel nostro paese è diventato un vero e proprio fenomeno di costume. Nominato due volte agli Oscar del 2007 (nella categoria Miglior attrice protagonista e Miglior Costumi), ha trionfato ai Golden Globe e a vincere è stata ovviamente Meryl Streep come Migliore attrice in una commedia o in un film musicale.



 

Prima di Meryl Streep, il ruolo della direttrice di Runway è stato offerto a Glen Close la quale ha rifiutato perché era stanca di interpretare personaggi cattivi e negativi, e non ha mai avuto nessun tipo di rimpianto. Per la parte erano state selezionate anche Kim Basinger e persino Helen Mirren. Non solo. Anne Hathaway è stata scritturata solo in un secondo momento.  Non è stata la prima scelta della produzione per il ruolo di Andrea. Prima di lei tra le papabili c’era Rachel McAadams.  Il film è stato girato in appena 57 giorni a New York City. Tutti gli abiti indossati sono rigorosamente firmati da stilisti famosi, presi in prestito per un totale di 100mila dollari.

La scena più complessa da girare? Quella di Miranda che getta il cappotto sulla scrivania di Andrea. Dopo 30 ciack è stata scelta quella giusta. La redazione di Runway non è edificio fittizio. Anzi, la sede è nel grattacielo della McGraw Hill, casa di uno tra i più famosi gruppi editoriali che opera in campo economico.

E poi c’è ‘La vendetta veste Prada’

Ispirato all’omonimo romanzo di Lauren Weisberger, il libro ha rappresentato un vero e proprio passo in avanti per il genere del chick lit. Come per il ciclo di I Love Shopping scritto da Kinsella, la “serie” della Weisberger è stata una ventata di aria fresca per la narrativa di genere. Fiction narrativa a parte, Il Diavolo veste Prada non è un racconto di fantasia.

L’autrice del romanzo ha ammesso di essersi ispirata ad Anna Wintour (direttrice di Vogue America) per il personaggio di Miranda Priestly, e che lei stessa ha subito lo stesso “destino” di Andrea, dato che per anni ha lavorato come assistente personale della Regina di Vogue. A fronte delle critiche, nella seconda edizione del libro compare una prefazione in cui l’autrice afferma che il materiale è frutto di illusioni e di esperienze dirette di amici e conoscenti.

Il libro ha avuto anche un sequel, dal titolo La Vendetta Veste Prada, ambientato 10 anni dopo. Qui, Andrea ed Emily, ora amiche alleate, si trovano a fare i conti con il passato nel momento in cui dovranno confrontarsi (di nuovo) con Miranda. Tante le serie collegate al mito del “Diavolo”, come Al diavolo piace Dolce, Il diavolo vola ad Hollywood e altri ancora. Tutti editi da Piemme in Italia.

 

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