CARMEN Y LOLA di Arantxa Echevarria
Intensa commedia drammatica scelta meritatamente dalla giuria per il massimo riconoscimento, il Premio Ottavio Mai, è un’attenta riflessione sull’omofobia e il machismo nella cultura gitana visto attraverso gli occhi di due ragazze innamorate mentre le rispettive famiglie sono pronte a condannarle. Vanta una delle più sconvolgenti e realistiche scene di outing viste al cinema ultimamente. Bravissime le protagoniste Rosy Rodriguez e Zaira Romero.
SAUVAGE di Camille Vidal-Naquet
Ha sfiorato la vittoria e si è dovuto accontentare di una menzione speciale questo ottimo drama crudo e senza sconti su un prostituto 22enne dall’anima inselvatichita Léo (un eccellente Félix Maritaud, quasi posseduto dal ruolo). Il film funziona perché evita ogni aura di maledettismo nella storia di Léo e vanta scene dal forte impatto emotivo che restano impresse (la rapina con iniezione peniena è piuttosto perturbante).
UN RUBIO (THE BLONDE ONE) di Marco Berger
Il film più personale e seducente del festival, tutto giocato in sottrazione e sorprendentemente erotizzante. La relazione tra due coinquilini, il taciturno Gabriel e il più smaliziato Juan, cresce fino a diventare qualcosa di più intimo e totalizzante, mentre quest’ultimo continua ad avere rapporti con una ragazza. Lunghi silenzi e sensualità diffusa, richiede un po’ di tempo per immergervisi ma alla fine appaga. Finale da dibattito.
RIOT di Jeffrey Walker
Nel cinquantesimo anniversario di Stonewall, spicca questa storia vera della nascita del Gay Pride in Australia, dedicata a Lance Gowlan (un appassionato Damon Herriman) che nel 1978 guidò gli attivisti lgbt al primo Mardi Gras della storia. Impeccabile ricostruzione storica d’insieme per un film corale che arriva al cuore e ci sveglia una battaglia speculare alla rivolta di Stonewall dall’altra parte del mondo.
BREVE HISTORIA DEL PLANETA VERDE di Santiago Loza
Bizzarria vincitrice del Teddy Award e coprodotta da Argentina, Brasile e Germania, è il titolo più originale e spiazzante di quest’edizione del Lovers. Con uno stile ipnotico piuttosto accattivante, si racconta di tre amici, una trans formosa, un ballerino gay e una cameriera che si ritrovano a riportare un alieno bluastro (!) trovato nello scantinato della nonna deceduta della trans sul luogo boschivo dove la signora l’aveva trovato tempo prima. Atmosfera tra il fantasmagorico e il bruto realismo, con una riflessione sull’omofobia intesa come ‘caccia all’alieno’ che si teme perché non si conosce. Particolarissimo.
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