Il 38esimo Lovers Film Festival di Torino diretto da Vladimir Luxuria e fondato da Giovanni Minerba e Ottavio Mai ha decretato i suoi vincitori. La giuria presieduta da Brian Robinson, programmer del BFI Flare, LGBTQIA+ Film Festival di Londra, e composta da studenti del DAMS di Torino ha assegnato il premio pari a 1.000 euro al bellissimo Le Paradis di Zeno Graton (qui da noi recensito), con la seguente motivazione:
“Un dramma autentico ed emozionante che con grande intensità poetica ci trasporta nelle vite di due ragazzi, in bilico tra libertà e desiderio. All’interno di uno spazio opprimente, i protagonisti son supportati da un forte gruppo di giovani attori. Una potente storia raccontata con grande passione“.
Per quanto riguarda il concorso documentari, la giuria presieduta da Bohdan Zhuk, che lavora al Kyiv International Film Festival Molodist, e composta da studenti del DAMS di Torino ha assegnato il premio pari a 500 euro allo svedese Labor di Tove Pils, con la seguente motivazione:
“Per la materialità pittorica delle immagini, sapientemente usata per costruire o ricostruire le complesse e mutevoli identità dei personaggi nel corso degli anni. Per permettere a chiunque di vivere in prima persona le storie e le emozioni raccontate senza definire un’identità visiva in maniera statica, rappresentando e rendendo giustizia alla comunità Queer“.
Sul fronte cortometraggi, la giuria presieduta da Tiina Teras, responsabile della programmazione di Festheart, il primo festival a tematica LGBTQI+ estone, e composta da studenti del DAMS di Torino ha assegnato il premio pari a 500 euro al francese Nono piano a Destra di Andrea Romano, con la seguente motivazione: “Per il modo in cui si raccontano il pregiudizio e l’accoglienza grazie a un dialogo inaspettato e originale con il pubblico“. Menzione speciale a Nuit Blonde di Gabrielle Demers.
Anche il premio Torino Pride, per il 4° anno assegnato al film giudicato più efficace nell’esprimere il passaggio di senso tra generazioni diverse, pronte ad accogliere le nuove istanze identitarie, è stato assegnato a Le Paradis di Zeno Graton, con la seguente motivazione: “Il film descrive in un contesto di isolamento e solitudine le difficoltà di due giovani di essere sé stessi ma anche la forza di provarci fino a costruirsi, in sostituzione di una famiglia assente, nuovi legami scelti“.
Il Festival, da un’idea dello scrittore Willy Vaira e di Claudio Carossa, dedica inoltre un riconoscimento alla memoria di Giò Stajano, una delle figure più importanti e significative della cultura LGBTQI+ italiana. Il premio da 500 euro è stato assegnato al canadese Soft di Joseph Amenta, con la seguente motivazione: “Per aver raccontato con rara maestria le complesse realtà Queer degli adolescenti Julien, Tony e Otis che si fondono e si abbracciano, aiutandosi a vicenda nel crescere per costruire un mondo soft, migliore e più accogliente, a cui ogni adolescente in ogni angolo del mondo aspira e merita. È nostra la responsabilità, l’impegno ed il sostegno per far sì che tutto questo avvenga nella maniera più “morbida” e gioiosa possibile“.
Menzione speciale ad Astro di Nicky Lisa Lapierre.
Il Premio Young Lovers – Matthew Shepard, assegnato da una giuria presieduta da Walter Revello, è andato ad Arrete Avec tes Mensonges di Olivier Peyon (qui da noi recensito), con la seguente motivazione:
“Per aver raccontato con poetica sincerità la potenza dell’amore adolescenziale e della sua incontrollabile urgenza e, al contempo, aver indagato la complessità emotiva che questo amore lascia nell’esistenza di chi l’ha vissuto, direttamente o indirettamente; un caleidoscopico viaggio nelle intimità dei protagonisti, permeato di dolcezza e struggimento, che ha coinvolto e commosso, creando una preziosa empatia con lo spettatore“.
Infine il premio Riflessi nel buio di 500 euro al film realizzato in un Paese dove la condizione omosessuale è un pericolo e un rischio a volte per la vita è stato assegnato al film iraniano It’s a Gray Gray World di Seyed Mohsen Pourmohseni Shakib. Questo il commento finale della direttrice Vladimir Luxuria:
“Sono molto felice di quest’edizione del Lovers Film Festival che si è potuta realizzare grazie al Museo Nazionale del Cinema e grazie all’impegno di tutti coloro che contribuiscono alla nascita ogni anno di questa festa del cinema, dei diritti e della cultura. Sono anche contenta che il Premio Riflessi nel Buio, realizzato con il patrocino del Ministero degli Esteri, sia stato dato a un film realizzato in uno dei Paesi più difficili: l’Iran. A un cartone animato che comunica un messaggio di speranza perché un mondo grigio possa diventare colorato. Confido che l’attuale indirizzo restrittivo del Governo nei confronti delle persone perseguitate nel proprio Paese di origine a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere, possa essere modificato non negando la protezione speciale a coloro che altrimenti rischiano il carcere, la tortura o la morte”.
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