Favorevole alla regolamentazione delle coppie di fatto, contrario alle adozioni. Sulle "questioni gay" Pier Luigi Bersani si era epresso più volte durante la campagna elettorale che lo ha portato a vincere le primarie del suo partito conquistando la maggioranza assoluta dei quasi tre milioni di voti espressi.
La prima volta che aveva affrontato l’argomento, ospite di Diego Bianchi, aveva detto che sulle cosiddette questioni etiche "non ci devono essere ambiguità". Sulle coppie di fatto, aveva spiegato che "Uno stato che vede crescere un fenomeno, e lo vede crescere a dismisura, deve regolarlo. Poi – aveva precisato – non è che lo chiamo matrimonio omosessuale, perché riconosco che non sono assimilabili". In un intervista tripla de "Le Iene" con gli altri candidati in corsa alla segreteria, Dario Franceschini e Ignazio Marino, aveva confermato la sua posizione: «Le convivenze stabili sono tutte da regolare».
Contrario invece alle adozioni da parte di coppie omosessuali, Bersani disse: «Su quello ho forti perplessità. Io non sono convinto perché è un tema delicatissimo. Allo stato attuale, da quello che capisco, dico che so non sono d’accordo».
Netta anche la posizione espressa sull’omofobia. Dal palco della festa democratica nazionale di Genova, Bersani ebbe modo di dire che «L’odio per la diversità sessuale deve costituire una aggravante e la questione dovrà essere affrontata alla ripresa dei lavori parlamentari». Il candidato aveva poi aggiunto: «Non facciamone il luogo delle bandierine abbiamo lacerazioni forti del tessuto civile e morale, siamo in un’epoca di globalizzazione lo sbandamento può prendere piede. Io non accuso nessuno, dico solo che abbiamo un governo che non ha le caratteristiche per richiamare doveri civici fondamentali».
E dopo la bocciatura della legge Concia contro l’omofobia, quando l’onorevole Binetti aveva dichiarato di schierarsi dalla sua parte, Bersani aveva tenuto a precisare: «Bene, ma chi è con me rispetta le regole del partito». Se la sentarice teodem rimarrà nel partito lo deciderà presto. Secondo il quotidiano La Stampa, già domani Rutelli e gli altri teodem prenderanno una decisione in merito.
Contento del risultato anche Ignazio Marino che nel suo programma, sui temi dei diritti civili e della laicità, aveva preso le posizioni più nette. Il candidato da tutti considerato un outsider, e appoggiato anche dall’onorevole Concia, ha ottenuto una percentuale che si aggira intorno al 20%, raddoppiando così i voti espressi dagli iscritti al partito. Secondo sul podio è arrivato Dario Franceschini guadagnando il 34% circa dei voti.
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