Due istituti giuridici diversi non solo di nome ma soprattutto nei suoi effetti pratici. Il segretario del PD Pierluigi Bersani ha annunciato di voler introdurre le unioni registate “alla tedesca”. Il Sindaco di Firenze Matteo Renzi ha inserito nel suo programma le unioni civili “all’inglese”. Chi voterà al ballottaggio di domenica, porrà idealmente una crocetta anche sopra una di queste due proposte. Vediamo cosa prevedono.
La Germania – In Germania l’istituto si chiama “Eingetragene
Lebenspartnerschaft”. Un nome per noi difficile da pronunciare come spesso accade con le parole agglutinate tedesche ma non significa altro che “Unione registrata”. In Italia lo abbiamo conosciuto meglio ad agosto 2011 quando ad usufruire di tale legge è stata la deputata Anna Paola Concia e la compagna – tedesca, appunto – Ricarda Trautmann. La Eingetragene Lebenspartnerschaft è stata introdotta il 16 febbraio 2001 ed è ammessa esclusivamente per le coppie omosessuali. La legge assicura pieno riconoscimento alla coppia dal punto di vista contributivo ed assistenziale, ciascun convivente può beneficiare ed essere inserito nell’assicurazione sulla malattia del compagno e conferisce gli stessi diritti del matrimonio in materia di cittadinanza. Al convivente superstite, inoltre, sono attribuiti gli stessi diritti successori che il matrimonio conferisce ai coniugi, inoltre la legge prevede pensione di reversibilità, permesso di immigrazione per il partner straniero, reversibilità dell’affitto e l’obbligo di soddisfare i debiti contratti dalla coppia. Il 22 ottobre 2009, la Corte costituzionale federale ha stabilito l’estensione di tutti i diritti ed i doveri del matrimonio alle coppie dello stesso sesso registrate. L’istituto giuridico è diverso dal matrimonio in materia di filiazione e di adozione. Ai conviventi non è riconosciuto il diritto di adozione congiunta ed inizialmente non permetteva l’adozione dei figli del convivente (tale possibilità è stata introdotta dal 2004). È stata introdotta però, una forma di potestà limitata tanto che i partner possono essere associati alle decisioni che riguardano la vita quotidiana del bambino e richiedere l’affidamento in caso di morte del genitore naturale.
Il Regno Unito – Nel Regno Unito è in vigore dal 2005 il “Civil Partnership Act”. La legge riconosce alle coppie dello stesso sesso la
possibilità di vincolarsi in una unione registrata che consegna ai contraenti lo status legale di “civil partners”. È aperta solo alle coppie omosessuali mentre sia le coppie gay che quelle etero che non vogliono unirsi civilmente ma vogliono alcuni diritti base hanno a disposizione l’istituto della “Coabitazione non registrata” a cui è accordata una varietà di diritti e facoltà, dalle assicurazioni all’immigrazione e altro. Diventata famosa in Italia dopo che a unirsi è stata la popstar Elton John col compagno David Furnish, la Civil Partnership ha effetti quasi del tutto simili a quelli del matrimonio civile. I tempi per la sua entrata in vigore, infatti, sono stati lunghi: il governo ha impiegato un anno perché tutte le leggi fossero modificate in funzione delle Civil Partnership. Le coppie conviventi aquistano diritti e doveri delle coppie unite in matrimonio per quanto riguarda successione, tributi, immigrazione e pensione. In Inghilterra e nel Galles, inoltre, è ammessa l’adozione alle coppie dello stesso sesso mentre in Scozia la misura sarà presto estesa. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, quello delle adozioni, Matteo Renzi ha recentemento inserito nel suo programma la possibilità di adottare il figlio del partner.
Tempi e alleanze – Un altro aspetto che differenzia i due candidati è
quello della tempistica. Pierluigi Bersani non ha fatto cenno al termine entro cui vorrebbe che il provvedimento sulle unioni venisse calendarizzato, discusso e approvato. Matteo Renzi ha dichiarato che la legge sulle Civil Partnership sarebbe presentata nei primi 100 giorni di Governo. Spinoso, infine, il tema delle alleanze. Con quali partiti dovranno dividere eventualmente i seggi che costituiranno la futura maggioranza in Parlamento? La domanda non è di poco conto considerando che se tale maggioranza dovesse essere costituita in parte dai centristi di Casini, una qualsiasi legge sulle unioni potrà davvero essere approvata. Mentre Matteo Renzi aspira alla cosiddetta “vocazione maggioritaria”, cioè ad essere autonomo con solo i voti del suo PD a votare le leggi, Pierluigi Bersani non ha negato di dover fare i conti proprio con l’UDC. Se l’ex democristiano si metterà di traverso come ha già fatto tre volte nel caso della legge contro l’omofobia, saranno guai per chi ha risposto fiducia in un governo di centro-sinistra autonomo dal centro.