Diventato lo scorso 9 gennaio il capo di governo più giovane nella storia della Quinta Repubblica nonché il primo dichiaratamente omosessuale, Gabriel Attal si è concesso ieri il suo primo discorso di politica generale davanti al Parlamento riunito.
Un primo intervento particolarmente atteso, vista la protesta degli agricoltori dettata dall’erosione dei redditi e dall’aumento dei costi che stanno bloccando le autostrade con i trattori puntando Parigi. Attal, da più parti considerato camaleontico, tanto da piacere più a destra che a sinistra quando ricoprì il ruolo di ministro dell’istruzione, non si è certamente tirato indietro affrontando più punti specifici di politica interna, soffermandosi in particolar modo su come e quanto la Francia sia cresciuta, maturata, sul fronte dei diritti.
“Essere francesi nel 2024 significa poter diventare primo ministro rivendicando apertamente la propria omosessualità’’, ha sottolineato Attal, ricordando “un Paese che appena dieci anni fa si lacerava per il matrimonio egualitario’’. “In tutto questo, vedo la prova che le mentalità evolvono”.
All’epoca, quando la Francia approvò il Mariage Pour Tous, ci furono enormi manifestazioni di protesta, alimentata dalla destra ultracattolica, con Marine Le Pen in prima linea.
Voluto dal Capo dello Stato Emmanuel Macron, che potrebbe lasciargli l’Eliseo nel 2027 quando non potrà più ricandidarsi, Attal, su cui aleggiano luci e ombre, ha fatto a lungo coppia con Stéphane Sejourné, capo del partito della maggioranza Renaissance e da poche settimane ministro degli Esteri. Unitisi civilmente, i due si sono separati nel 2021.
La comunità LGBTQIA+ francese ha chiesto al neo premier di lavorare per ampliare ulteriormente il fronte dei diritti, chiedendo l’accesso all’aborto per le persone transgender e la regolamentazione della gestazione per altri. Ma non ci sono state aperture in tal senso. Nel programma del governo Attal c’è invece la legge sul fine vita, presentata entro l’estate, e la creazione di un “servizio civico ecologico” per i giovani che vogliono “impegnarsi concretamente per il clima”.
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