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PUTTANI D’ALTA CLASSE

Guadagnano fior di quattrini facendo sesso a pagamento, e viaggiando in alberghi di lusso. Ma chi sono realmente gli escort professionisti e come vivono il loro lavoro?

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4 min. di lettura

Fanno un lavoro che molti invidierebbero: volano in fantastiche località di vacanza, completamente spesati, e pagati fior di quattrini per fare sesso. Sono gli escort di alta classe. Niente a che vedere con i ragazzi che battono il marciapiede, che possono essere pagati con poco ma anche pericolosi; loro, i Grandi Escort, hanno un lavoro che comprende anche le mance, se non addirittura una copertura assicurativa sanitaria completa.
«Esiste uno stereotipo secondo cui siamo tutti o dei ragazzi senza-tetto e fuori di testa che lavorano per strada, oppure favolosi tipi hollywoddiani che fanno una vita di lusso – dice Ricky, un escort 34enne – Ma in realtà siamo una via di mezzo. Dei ragazzi che lavorano».

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I puttani d’alta classe reclutano clienti attraverso gli annunci, con il passa-parola, e sempre più attraverso i siti internet dedicati, e a volte, vengono addirittura consigliati dai terapisti sessuologi. Sorprendentemente, i ragazzi che abbiamo contattato affermano che i clienti si identificano spesso come gay; quindi non sono sempre casi di persone non dichiarate che non vogliono far conoscere alla moglie la loro doppia vita. Sono uomini, normalmente di età compresa tra i 40 e i 60 anni, spesso con una relazione gay vissuta alla luce del sole, e spesso con partner della stessa età. «Ma hanno voglia di variare – dice Bret, un 24enne dalla bellezza adolescenziale – A volte gli uomini che mi richiedono sono davvero dei tipi splendidi».

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Ma cosa comporta esattamente questo lavoro? Alcuni “professionisti” sono specializzati in “massaggio erotico“, e si occupano di massaggiare e masturbare il cliente che può guardare ma non toccare. Poi c’è il “lavoro da escort“, che normalmente comprende il rapporto sessuale completo, e che costa molto di più, con sovrapprezzi per servizi opzionali come il bondage. Il listino prezzi sta intorno ai 150 dollari all’ora, ma per i professionisti da prima pagina, come le porno star di chiara fama, il prezzo può essere considerevolmente più alto.
Per Ricky e Bret, mentre molti clienti sono incontri da una volta sola, ci sono anche gli affezionati; i locali che vedono una volta alla settimana, o quelli che abitano fuori città e che incontrano una o due volte al mese. Quando bisogna recarsi fuori città per lavoro, la tariffa include un biglietto aereo e la sistemazione in albergo, a volte in stanze separate, ma più spesso condividendo la stanza con il cliente o ospiti in casa sua.

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«Preferisco decisamente stare nell amia stanza – dice Bret – Dormire con loro è una cosa troppo intima. Se mi affeziono troppo a un cliente, può diventare difficile per me eccitarmi». Anche Ricky è d’accordo: «Quando sei in una situazione sessualmente intensa, c’è spesso un coinvolgimento emozionale – dice – Trovo che sia più facile con quelli da una sola volta. Se li vedi più di una volta, c’è una relazione e devi averci a che fare. E dal momento che è destinata a finire prima o poi… è troppo difficile».
Bret stima che circa il 70 percento dei suoi clienti lo vogliono come passivo, ma non crede che questo rappresenti un caso tipico: e considerando la normale valutazione che si può fare sulle percentuali di uomini attivi o passivi che ci sono, probabilmente ha ragione.

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Ricky, che ha un aspetto più rude, d’altra parte si dichiara totalmente attivo. Il suo lavoro è una sfida: a lui piacciono soprattutto i ragazzi più giovani, ma finisce sempre a letto con un sacco di uomini che non trova sessualmente eccitanti. Ma che succede se il tempo passa e non riesce a tirarlo su? «Sono fortunato – dice Ricky – perché trovo sempre il modo di farmelo diventare duro. Spesso è la situazione, il fatto che sono al lavoro, che mi eccita». Ricky considera la sua professione, forse con un po’ di vanagloria, come un “lavoro con l’energia erotica”. Ma quando si viene alla resa dei conti, ammette che la maggior parte dei clienti vuole solo venire.

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Per gli escort prevalentemente passivi, averlo duro non è così importante, specialmente se sono coinvolti in una scena fetish, come quelle in cui bisogna farsi sculacciare. Bret ha usato il Viagra, ma crede che sia un fatto piuttosto raro tra i ragazzi che fanno questo mestiere. Comunque non è mai stato costretto a interrompere un rapporto; è sempre riuscito a fare il suo lavoro. Ma a lui piacciono i ragazzi più grandi, e quindi spesso si trova a essere pagato per passare del tempo con uomini con cui l’avrebbe fatto anche gratis («A volte anche più di una volta» ammette).
Il lavoro da escort è di solito piuttosto remunerativo, ed è esentasse. Ma può essere emozionalmente e mentalmente dissanguante, dicono tutti, e c’è sempre la minaccia della legge. «Siamo come dei terapisti del sesso, in prima linea contro il senso di pudore sessuale» dice Bret. E Ricky aggiunge: «E’ sempre molto strano vendere l’amore».

di Simon Shephard – Gay.com UK

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