Molte famiglie arcobaleno di Torino e dintorni non dovranno più rivolgersi ai tribunali per vedere la registrazione dei propri figli. È davvero l’inizio di una nuova stagione?
La provincia di Torino si mette in testa alla battaglia per l’uguaglianza dei bambini delle coppie LGBT. Dopo lo strappo della sindaca del capoluogo, Chiara Appendino, che ha disposto la registrazione del figlio della consigliera comunale Chiara Foglietta e della sua compagna, si allarga il fronte dei primi cittadini piemontesi pronti a fare altrettanto.
L’iniziativa, lanciata dalla consigliera comunale torinese del PD Maria Grazia Grippo e dal segretario metropolitano dei dem Mimmo Carretta, ha trovato la disponibilità di dieci comuni della provincia guidati da giunte di centrosinistra: Beinasco, Borgaro Torinese, Caselette, Chieri, Collegno, Gassino, Moncalieri, Nichelino, Piossasco e Settimo Torinese.
I sindaci si sono dunque impegnati a registrare i figli delle famiglie arcobaleno nonostante la legge non preveda la possibilità di riconoscere due genitori dello stesso sesso. I comuni piemontesi si aggiungono a Roma, Napoli, Milano, Catania e Gabicce Mare.
In una nota il commento del Coordinamento del Torino Pride: “Non possiamo che essere felici della decisione assunta dai 10 primi cittadini di mettersi a disposizione di tutte le coppie omogenitoriali che faranno richiesta di regolarizzare la loro posizione genitoriale. Le nostre battaglie di civiltà e uguaglianza non finiscono qui, chiediamo a tutte le sindache e i sindaci di fare capire al Legislatore quanto alcune questioni siano da risolvere in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. La società è pronta!”.
© Riproduzione Riservata