Il provvedimento è stato appena preso dal governo britannico e le polemiche infiammano già tutto il Paese. L’educazione sessuale sarà obbligatoria per tutti gli studenti a partire dai 15 anni. Le protenste i genitori e gruppi religiosi non si sono fatte attendere: entrambi sostengono che verrebbe calpestato il diritto dei ragazzi di essere educati secondo le convinzioni della famiglia e, quindi, secondo i dettami dele diverse religioni. Ma c’è di più. Tutti coloro ai quali la religione o i valori morali impediranno di seguire le lezioni, saranno considerati "assenti non giustificati" e potrebbero così subire provvedimenti punitivi da parte dalle scuole.
Fino ad oggi, invece, i genitori potevano impedire ai figli di seguire le lezioni su contraccezione, malattie sessualmente trasmesse e omosessualità fintantoché i figli non avevano raggiunto l’età di 19 anni. Cattolici e musulmani hanno già annunciato battaglia contro la decisione del governo. Il presidente del Consiglio Musulmano del Comitato per l’educazione in Gran Bretagna, Shahid Akmal, ha dichiarato che secondo lui la legge sarebbe un’imposizione: "è sempre meglio che i genitori parlino di sesso direttamente con i figli, piuttosto che lo faccia la scuola sulla quale i genitori non hanno alcun controllo".
Il servizio responsabile dell’educazione cattolica della Gran Bretagna e del Galles, dal canto suo, ha fatto sapere di essere contrario perché, a suo dire, viene negato il diritto di scegliere se seguire o no le lezioni di educazione sessuale. Ma ilgoverno non sente ragioni e va dritto per la sua strada convinto com’è che questo sia una delle contromisure necessarie da intraprendere contro il diffondersi di gravidanze adolescenziali. La Gran Bretagna è il paese con il più alto tasso di ragazze-madri d’Europa. Nel 2007 vi è stata una percentuale di 42 concepimenti su mille adolescenti tra i 15 e i 17 anni, un balzo del 40,9% rispetto all’anno precedente.
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