Antonio ha una ventina d’anni, è mezzo italiano e decisamente ben dotato. Quest’ultimo è sicuramente uno dei requisiti per essere una porno star, anche se non è l’unica cosa che conta: insomma, è un cosiddetto "stallone latino".
E’ uno delle principali attrazioni di un sito hard inglese, al quale si dedica negli spazi liberi del suo lavoro di indossatore di moda. Ha cominciato lavorando in chatlines gay e si è divertito molto a interpretare due personaggi. "Uno dei due era italiano, l’altro inglese. Cambiavo semplicemente l’accento" ricorda, ridendo.
Antonio aveva sentito parlare di internet e decise di buttarsi nella new technology. Adesso fa delle apparizioni fisse di sei ore per un sito di uomini dal vivo ogni due settimane. Ma dal momento che le richieste per questo ragazzo bruno e ben fatto sono molte, lo si potrà vedere lì molto più spesso in futuro.
Perché preferisci lavorare su internet?
E’ sicuramente molto più interattivo. Possono chiedermi di fare delle cose in chat, ma non possono vedermi. Su internet possono. E mi esibisco davvero dal vivo.
Pensi che attraverso internet sia più facile avvicinare ragazzi che non accettano la loro omosessualità?
E’ grandioso per i ragazzi non dichiarati, o quelli sposati, o quelli che hanno paura ad accettarsi. Possono chiacchierare, farmi fare delle cose e trarne piacere. Non sono costretti a farlo nella realtà, è davvero sesso sicuro. Ci sono anche un sacco di ragazzi gay che ci visitano, e che non sono costretti a toccare e sentirsi in colpa. Sono guardoni, probabilmente comprano anche riviste hard e guardano video porno.
E ti hanno mai chiesto di fare qualcosa che non volevi fare?
No, mai. Lavoro da solo, quindi le possibilità sono decisamente limitate. Non uso giocattoli erotici o altro, ma non mi è stato mai nemmeno chiesto. Penso che semplicemente gli piace zoommare sul mio corpo. Comunque vi assicuro che sto cercando l’opportunità di lavorare con qualcun altro. Non mi imbarazzo facilmente: se incontrassi faccia a faccia qualcuno penso che potrebbe imbarazzarsi lui, non io. Faccio di tutto ma non mi vergogno di quello che faccio.
Ti mandano molte email?
Moltissime. Se potessi vederli, e loro fossero carini, forse li incontrerei. Ma non posso e quindi non rischio.
Antonio, tu sei gay, ma ci sono ragazzi che lavorano nell’industria porno gay che non lo sono?
Sì, io lo sono, ma ci sono un sacco di altri modelli che non lo sono. E’ più facile per me che sono gay, credo che posso fare di più. Forse se qualcuno dicesse loro di mettersi un dito lì… non lo farebbero o non gradirebbero come me.
E’ importante essere ben dotati?
Sì, aiuta. Ma devi avere anche larghe vedute. E non devi avere inibizioni. Non puoi turbarti per le cose che ti dicono e ti chiedono di fare. Qualche volta penso "però, che porcello pervertito!" O spesso ti raccontano come sono vestiti, ad esempio con reggicalze…
Non è solo sesso, comunque…
Molto del gioco sta anche nel chiacchierare in rete; ci sono un sacco di ragazzi soli lì fuori. Ma sicuramente gli affari crescono quando i locali chiudono, le persone sono più rilassate, non hanno rimorchiato, e sono arrapati.
Domanda importante: quanto è facile continuare a esibirsi per ore?
Non lo posso fare a comando. Ma ho una predisposizione al sesso molto, molto alta. Devi averla per fare questo lavoro. In realtà ho lavorato molto su me stesso per imparare a controllarmi e non venire. A loro piace guardarmi giocare con me stesso, sta a loro contenersi. Sono loro che hanno il problema del controllo. [ride…] Io faccio un lavoro, loro sono quelli che sono davvero in tiro ed eccitati. Certamente, anch’io sono eccitato, ma in uno stato mentale differente. Loro ci vanno giù duri e non gli importa con chi.
di Gay.com UK
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