Migliaia di persone sono scese in strada ad Hanoi, capitale del Vietnam, per celebrare il primo Pride cittadino dal 2019. La Hanoi Pride Week 2022 si è svolta dal 19 al 25 settembre, con workshop, proiezioni e festival che hanno illuminato la città. Causa Covid-19, da 3 anni non si vedeva nulla di simile.
Per l’occasione gli ambasciatori di Canada, Nuova Zelanda, Norvegia e Svizzera si sono incontrati con attivisti e sostenitori LGBTQ+ per discutere dei diritti LGBTQ+ del Vietnam. Come già avvenuto in passato, l’ambasciata britannica è stata lo sponsor principale dell’Hanoi Pride Festival. Iain Frew, ambasciatore britannico in Vietnam, ha tenuto un accalorato discorso sul diritto alla libertà, sull’uguaglianza di genere e sull’amore, prima prima di condividere una storia su suo marito, facendo commuovere i presenti.
Da anni gli attivisti LGBTQ+ del Vietnam si battono per la legalizzazione del matrimonio egualitario, più volte proposto. A fine agosto il ministero della salute ha affermato che essere LGBTQ+ “non è una malattia”, che “non si può curare nè convertire” in alcun modo. Un documento ufficiale a lungo atteso da parte della comunità queer del Paese, con cui il ministero ha esortato i medici a trattare le persone LGBTQ+ con rispetto, vietando le terapie riparative.
La direttiva ha chiesto ai professionisti sanitari di non “interferire né forzare il trattamento nei confronti di queste persone”. Se è necessario un sostegno, il ministero della Salute ha consigliato che esso sia “sotto forma di assistenza psicologica e svolto solo da coloro che hanno conoscenza dell’identità sessuale”.
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