Omofobia, primo round alla Camera. Show della maggioranza

Fra "pedofili" e "puttane", si è svolta questa mattina la discussione sulla legge contro l'omofobia. Voto, il 31 maggio. Si va verso un no anche se il centrosinistra vorrebbe chiedere il voto segreto

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Primo round in aula alla Camera sulla legge contro l’omofobia, con toni piuttosto aspri. Questa mattina si è aperta la discussione generale, con maggioranza e opposizione attestate sulla linea fin qui tenuta; nettamente contrari al testo, nell’ultima formulazione di Paola Concia, si sono confermati contrari Pdl, Lega e Udc, mentre a favore si sono espressi Pd, Idv e Fli. Com’era stato deciso in conferenza dei capigruppo però la battaglia vera è rinviata a giugno.
 

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Concia ha difeso strenuamente la legge, nello spirito e nel merito. "Onestamente, dopo quasi mille giorni che il provvedimento in esame è all’ordine del giorno e dopo tanti tentativi, da parte mia, di arrivare a una mediazione, l’impressione è quella di avere davanti un muro di gomma", ha detto la deputata del Pd ai colleghi in aula tra cui il ministro Mara Carfagna che si è apertamente schierata con lei, "per ogni soluzione offerta alle obiezioni sollevate se ne sollevavano delle nuove". Ha ricordato di avere inserito nel testo "l’estensione dell’aggravante" prevista per le aggressioni a omosessuali e transessuali anche "ad altre categorie di soggetti discriminati per età, sesso, ovvero disabilità", sulla base del Trattato di Lisbona. Ma nonostante le difficoltà, Concia continua a sperare in un’intesa. "Un testo condiviso che possa arginare il fenomeno, secondo me, continua ad essere un obiettivo raggiungibilissimo e continuerò a perseguirlo tenacemente e generosamente insieme al mio partito", ha assicurato. La strada però sembra lunga e piena di ostacoli, a partire dalle tre pregiudiziali di costituzionalità presentate da Lega, Pdl e Udc.
 

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A prendere la parola per primo nella maggioranza è stato Enrico Costa, nominato relatore la scorsa settimana dopo le polemiche dimissioni della Concia. Dall’iter del provvedimento, bloccato una prima volta da una pregiudiziale di costituzionalità, sembrerebbe "emergere una netta contrarietà di questo Parlamento, o quanto meno della sua maggioranza, rispetto a norme penali volte a contrastare condotte omofobiche", ha ammesso il deputato del Pdl. In realtà, ha assicurato, "la posizione della maggioranza e della commissione Giustizia che in questo momento rappresento è ben più complessa e sicuramente non è di chiusura rispetto all’esigenza di garantire adeguate forme di tutela ai soggetti che sono vittime di reati in ragione della loro omosessualità". Non c’è, ha insistito, "la volontà di affossare il lavoro fin qui svolto, con tanta passione, dall’onorevole Concia, ma di verificare se vi sono le condizioni per portarlo a termine. Per fare ciò è necessario che i proponenti si sottraggano alla tentazione di ottenere una legge manifesto". Dunque occorre approfondire. "Il problema è che non è ben chiaro quanto tempo occorra per trovare soluzioni adeguate", ha spiegato il relatore.
 
Ai toni soft di Costa ha fatto eco però una ben più dura requisitoria di Giorgio Stracquadanio. La legge, ha detto, "è ideologica, ghettizzante, illiberale e violenta nei suoi esiti". Non solo. "La violenza che ha colpito Paola Concia e la sua compagna è la stessa violenza che colpisce le nostre donne oggi in campagna elettorale, che vengono costantemente additate come puttane e che sono state additate come puttane da manifestazioni intere in questo Paese, che hanno additato come puttane", ha detto tra le grida dei colleghi di opposizione. "E basta", è sbottata Donatella Ferranti del Pd.
 

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Dura anche la Lega. Credo, ha detto Massimo Polledri, "che di tutto questo non abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno sì di un’opera di accettazione, di riconoscimento, di un’opera culturale ma non di un referendum pro o contro l’omosessualità". Invece, ha proseguito, "se passa questo principio che ci sono persone di serie A e di serie B può essere capovolto. Vogliamo uno Stato che tuteli tutti coloro che, senza distinzioni, sono in qualche modo minoranza".
 
Critica anche l’Udc. "Sarebbe stato tutto molto più semplice se si fosse usato un minimo di buon senso e di concretezza. Questo vale per il PD, ma vale anche per il Ministro Carfagna", ha spiegato Luisa Capitanio Santolini. Altre categorie, ha detto, sono oggetto di discriminazioni. "Che cosa dire dei barboni a cui viene dato fuoco, dei disabili oggetto di bullismo pesante e violento a scuola, dei disabili psichici violentati, degli anziani maltrattati?", ha chiesto. No dunque a categorie, ha insistito con un paragone che ha sollevato critiche in aula. "Il mio orientamento sessuale è eterosessuale, altri hanno un orientamento omosessuale, altri poligamico, altri pedofilo", ha detto. "La pedofilia non è un orientamento sessuale", ha ricordato indignata la Concia nella sua replica, "è una malattia, una perversione con componenti sadiche".
 

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Critiche alla legge sono arrivate anche da Rocco Buttiglione. "L’effetto vero di questa legge è promuovere l’omosessualità come stile vita in Italia", ha detto. E anche su questo la Concia ha fatto muro. "L’omosessualità non si pruomuove, è una condizione umana", ha ricordato. E quanto a Buttiglione, "la sua contrarietà alla legge è per ragioni personali, visto che il parlamento europeo bocciò la sua elezione a commissario per le sue posizioni contro gli omosessuali", ha aggiunto.
 
"La Conferenza dei Capigruppo della Camera dei deputati ha deciso che il voto sulla pdl contro l’omofobia e transfobia (A.C. 2802) si farà martedì 31 maggio", annunciano nel frattempo i Radicali di Certi Diritti. "Si voterà il provvedimento omofobia-transfobia (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali e della questione sospensiva presentate). Proponiamo a tutte le forze politiche,  Associazioni e i cittadini che hanno a cuore la lotta per il superamento delle diseguaglianze a promuovere insieme  un presidio (sit-in, maratona oratoria) in Piazza Montecitorio a partire dalle ore 11 di martedì 31 maggio 2011".

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