Archiviata un’estate caratterizzata da decine e decine di denunce omobitransfobiche, anche l’autunno è ripartito a cavallo di un odio generalizzato nei confronti delle persone LGBTQIA+. L’ultima aggressione di questo 2023 si è verificata a Trento, come denunciato da Futuri Comuni, associazione culturale e politica nata nel 2021 da un gruppo di giovani attivisti e amministratori locali per promuovere e facilitare il dialogo su temi di attualità a carattere nazionale e locale.
Nella notte tra lunedì 23 e martedì 24 ottobre, due giovani sono stati aggrediti verbalmente e fisicamente in pieno centro storico, intorno a mezzanotte.
Mentre passeggiava per le vie del centro, un giovane studente universitario ha visto il suo amico colpito alla nuca da una lattina piena, per poi venire a sua volta spinto e minacciato da un coltello. Alla violenza fisica si sono aggiunti insulti omofobi di vario tipo. Immediata la denuncia alle autorità.
“Siamo sconvolti da questo atto di violenza che ha colpito una persona della nostra comunità”, ha commentato Shamar Droghetti, Presidente di Arcigay Trentino. “È la triste conferma di come nel nostro territorio siano presenti sacche di omofobia, una minaccia costante per la sicurezza delle persone LGBTQIA+. In questi anni sono decine le segnalazioni che abbiamo raccolto di episodi di omobilesbotransfobia, episodi che a volte, come in questo caso, sfociano nella violenza”.
Solo pochi giorni fa ad Andria calci e pugni a un 18enne omosessuale, mentre a Torino è stato chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di un padre che ha rovinato la vita al figlio 14enne, solo perché gay. Se a Roma, a metà ottobre, sono piovuti insulti su una coppia gay dopo la disdetta di una prenotazione, a Milano una coppia gay è stata pestata da tre uomini, mentre a Torino tre giovani sono entrati nella sede di CasArcobaleno urlando insulti omobitransfobici, in Molise una 30enne è stata aggredita perché lesbica, a Pavia una donna trans è stata presa a pugni, a Foggia un padre ha preso a pugni il figlio perché omosessuale e a Biella una donna è stata rinviata a giudizio perché picchiava con il matterello il figlio gay di 17 annui. Tutto questo solo nell’ultimo mese.
Ma a detta della ministra per le pari opportunità Eugenia Roccella, non smetteremo mai di ricordarlo, oggi come oggi in Italia “non c’è omofobia”.
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