Il film The Visitor di Bruce LaBruce, presentato alla Berlinale, è molto più di un semplice prodotto cinematografico. Come sottolineato da LaBruce stesso in un’intervista al Manifesto, questo lavoro rappresenta una fusione audace tra pornografia e politica, una vera e propria rivoluzione nel panorama queer e underground. Ambientato a Londra, il film affronta temi scottanti come l’immigrazione, il radicalismo di estrema destra e le dinamiche familiari, offrendo una visione provocatoria e attuale del mondo occidentale.
Poliedrico regista, sceneggiatore, fotografo e artista originario del Canada, rinomato per la sua propensione a sfidare le norme sociali attraverso un’estetica audace e trasgressiva, la produzione cinematografica di Bruce LaBruce si distingue per un’esplorazione profonda delle tematiche legate alla sessualità, all’identità di genere e alla politica, spesso condita da una satira tagliente e una critica sociale pungente. Attivo sin dagli anni ’80, LaBruce ha acquisito fama internazionale grazie al suo contributo al cinema queer, dove coniuga elementi di pornografia, horror e dramma, creando un universo filmico che oscilla tra il personale e l’impegno politico. La sua figura costituisce ormai una pietra miliare nel panorama del cinema indipendente, grazie alla sua capacità di trasformare il cinema in uno strumento di espressione e di provocazione. Spesso Bruce LaBruce ha presentato i suoi film al Mix Festival di Milano.
The Visitor segna un’evoluzione nel cinema di LaBruce, distaccandosi dalle precedenti narrazioni esplicite, per esplorare temi come l’ossessione e l’amore riflessivo, pur mantenendo una critica alle convenzioni sociali e sessuali. Presentato con successo alla Berlinale, il film omaggia Pasolini reinterpretando Teorema in chiave contemporanea, con un rifugiato che sconvolge una famiglia borghese, sfidando norme e aspettative attraverso provocazioni estreme e una sessualità fluida. LaBruce utilizza il corpo umano, la sessualità e il colore per creare un’esperienza visiva psichedelica, dimostrando che il cinema può ancora essere uno spazio di libertà espressiva e di sfida alle regole convenzionali, e proponendo una visione queer liberatoria. (a questo link i collegamenti alle recensioni di alcuni grandi media internazionali).
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La scelta di reinterpretare Teorema di Pasolini nel contesto contemporaneo si rivela particolarmente significativa. LaBruce spiega che il film si concentra sull’immigrazione e sul modo in cui questa viene strumentalizzata dalle politiche di destra, mettendo in luce le crescenti tensioni xenofobe e colonialiste. Per il l’importanza di affrontare apertamente le criticità politiche, come dimostra la sua firma sulla lettera indirizzata alla Berlinale contro la censura e la criminalizzazione dei critici della politica israeliana a Gaza.
Ma cosa rende The Visitor un film porno politico? LaBruce spiega a Il Manifesto che il porno, lontano dall’essere semplicemente osceno, può avere un forte potenziale dissacrante. Attraverso una narrazione esplicita e provocatoria, il regista sfida le convenzioni sociali e mette in discussione la distinzione tra pornografia e arte, evidenziando la necessità di una visione più aperta della sessualità e della nudità sullo schermo.
“it’s hard to imagine anyone better suited to sticking two middle fingers up at contemporary Britain than @BruceLaBruce, and it’s even harder to imagine anyone else doing so with such disruptive, subversive glee.” @IndieWirehttps://t.co/Wl4whbIMbH pic.twitter.com/kzGx8Pqlfg
— A/POLITICAL (@apoliticalorg) February 19, 2024
Infine, LaBruce affronta anche la questione del conformismo negli immaginari queer, sottolineando l’importanza di esprimersi in modo chiaro contro l’omobitransfobia e la destra:
Per me ha contato sempre esprimermi in modo chiaro contro la destra o l’omofobia, dichiarando un pensiero e una forma politici con le mie immagini Sicuramente ci sono storie più conformiste ma fa parte della libertà di ciascuno e ciascuna. D’altra parte continua a esserci una scena queer piena di valori originali con una sensibilità che sa essere anche popolare.
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