PISA – “Canzoni antidoto”. Così Andrea Mirò definisce i brani che compongono il suo ultimo album, uscito alla fine di gennaio, e che si chiama semplicemente Andrea.
Molti la conoscono per le sue apparizioni a Sanremo, l’ultima nel 2003 al fianco del suo compagno d’arte e di vita Enrico Ruggeri. Dal quale ora aspetta il suo primo figlio. Un periodo fortunato per Andrea, che ha anche realizzato uno dei suoi album più maturi e riusciti. Le “canzoni antidoto” di questo Andrea infatti hanno una caratteristica fondamentale: l’intelligenza che riesce a brillare forte. La “canzone antidoto” scongiura o quanto meno attenua i pericoli di assuefazione al trash televisivo e non. Quelli che ha scritto, interpretato e in gran parte suonato Andrea Mirò nel suo ultimo cd (il quarto dopo “Il centro dei pensieri”, “Lucidamente” e il live “Andrea Mirò”) sono dieci inediti che musicalmente declinano un po’ tutte le anime della musicista piemontese (pop, rock, classica) più due “classici” outsider assoluti: un’affascinante versione di Lili Marlene che mette in luce una intensità interpretativa di grande maturità, e un quasi recitato Heroes di David Bowie.
Nel disco si dispiega l’universo femminile di Andrea Mirò raccontato attraverso ritratti di donna (anche autoritratti come in Credo che apre l’album) come quello dedicato Hassiba Boulmerka, prima donna islamica a vincere le Olimpiadi (Barcellona) sconfiggendo i pregiudizi della sua religione.
Cosa ti ha spinto a questa scelta verso le storie femminili? E’ stata una riflessione sulla condizione della donna a spingerti a questo?
E’ un disco tutto al femminile per i contenuti e i riferimenti alla realtà: sono donne protagoniste della loro vita, che rivendicano la libertà di essere loro stesse, dove è necessario, eroicamente forti e battagliere, simbolicamente importanti, o contradditoriamente discutibili.
Alcuni autori gay sostengono che la “alleanza” più importante che il movimento omosessuale può fare è quella con le donne.
Purtroppo non va confusa la naturale familiarità che spesso si crea tra donne e gay con la condivisione di battaglie: molte donne “etero” hanno ancora parecchia strada da fare.
Un’altra scelta originale nel tuo disco è stata quella di inserire due cover di brani famosi, Lili Marlene e Heroes. Perché proprio questi due titoli?
Perchè entrambe hanno un testo particolarmente attuale. “Heroes”, decadente ed evocativa, dove una coppia di amanti anonimi viene trasfigurata politicamente nella lotta per qualcosa di più grande. “Lili Marlen”, la storia dell’ennesimo soldato che partendo per l’ennesima guerra non sa se tornerà ad abbracciare la donna che ama…. più drammaticamente attuale di così…
Tu hai partecipato più volte al Festival di Sanremo. Quest’anno non ci sarai. Se fossi tu a poter decidere, cosa faresti per migliorare il Festival?
Lo renderei più simile ad una rassegna come quelle grandi ed importanti della cinematografia: una carrellata di ciò che la musica del momento offre a 360 gradi in ogni sua tendenza e genere, senza eliminazioni alla “grande fratello”.
Una curiosità: avete già deciso il nome del bambino o della bambina?…
No, il dibattito è in corso, ma abbiamo ancora un po’ di tempo!
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