Che siate vittime o carnefici – e no, non usiamo queste parole a caso – ad ognuno di voi sarà capitato di ricevere o inviare una reaction sulle storie di Instagram.
Avete presente lo smile con gli occhi a cuore o l’emoji del fuoco? O ancora, quella con le tre goccioline d’acqua o la faccina con la bava?
Ecco, oggi parliamo proprio di quelle reazioni che sembrano essere così innocue e che invece nascondono – non sempre, per fortuna – il seme di un qualcosa di più profondo che ha iniziato ad emergere nelle ultime settimane.
Tra i primi a porre l’attenzione sull’argomento è stato il content creator Gioele Arreghini – da più di 240mila follower su TikTok, curatore del podcast chiamato “dentrolamiatesta” dove tratta temi psicologici, cari alla generazione Z – che nelle scorse ore ha postato sul suo profilo Instagram uno scatto in cui appare in boxer con a corredo un lungo sfogo sulla facile sessualizzazione dei corpi sui social.
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L’esperimento social di Gioele Arreghini
Per capire meglio questo concetto, forse anche troppo complicato per essere risolto in un unico articolo, dobbiamo partire proprio analizzando la foto in questione.
Nello scatto postato sui social, infatti, Gioele Arreghini appare in splendida forma con indosso un semplicissimo boxer scuro che – dobbiamo ammetterlo – non lascia troppo spazio all’immaginazione, con dietro di sé un normalissimo sfondo bianco e sul naso quello che sembra essere un cerotto per migliorare la respirazione.
Insomma, fin qui niente di eclatante: uno scatto come tanti altri se ne vedono sui social in cui il bel fusto di turno ci tiene a mettere in mostra il proprio fisico.
Eppure no, questa volta la storia è diversa: come fosse un vero e proprio esperimento sociale, Gioele Arreghini ha prima postato quello scatto sulle storie e poi ha iniziato a raccogliere i commenti che gli arrivavano in DM, per poi condividerli come post e portare all’attenzione un tema che – siamo certi – è caro a molti di voi: la sessualizzazione dei corpi.
E se il catcalling esistesse anche sui social?
Quante volte vi sarà capitato di postare degli scatti in costume da bagno, bikini o mutande per mostrare i vostri progressi fisici o semplicemente per sfoggiare con i follower la vostra tan line, fieri di essere rimasti ore ed ore come lucertole sotto il sole, per poi ritrovarvi sommersə di cuoricini, reaction del fuoco, apprezzamenti del corpo e nel peggiore dei casi richieste a sfondo sessuale del tipo “Togli le mutande” o “Dai, fammi vedere di più”.
È qui che Gioele ci ha portati a riflettere: cosa porta le persone a sentirsi liberi di sessualizzare il nostro corpo solo e soltanto perché c’è un décolleté in bella vista, un gioco di vedo e non vedo sulle mutande o degli addominali scolpiti in primo piano? Tutto ciò non può essere considerato alla stregua del catcalling che si subisce per strada? Per noi sì.
Per catcalling, infatti, secondo quanto riportato dalla Treccani “si intende un’espressione verbale e gestuale di apprezzamento di natura sessuale rivolto in modo esplicito, volgare e talvolta minaccioso, ai danni di una persona incontrata per strada o in un luogo pubblico”.
Questa stessa definizione, però, con dei piccoli accorgimenti, si potrebbe tranquillamente adattare a quel fenomeno di catcalling autorizzato – anzi ci sentiamo di dire, quasi promosso – sui social in cui chiunque può sentirsi in diritto di reagire ad una storia o ad un post senza preoccuparsi se quel commento, quella reaction, quell’emoji del fuoco faccia piacere o meno a chi la riceve.
Non tutti riescono a metabolizzare il fatto che, quando una persona condivide uno scatto in déshabillé o più semplicemente con il corpo in bella vista, non lo fa perché vuole istigare a tutti i costi degli istinti sessuali in chi lo vede; nella maggior parte dei casi, infatti, sta solo ed esclusivamente pubblicando una foto nel proprio feed come fosse l’album dei ricordi.
Iniziamo dunque a porci in prima persona la domanda: sono autorizzato a reagire a questa storia? Nella maggior parte dei casi, ne siamo certi, la risposta sarà “No”.
Impariamo dunque a rispettare e a farci rispettare. Un tempo si diceva: “Non accettare caramelle dagli sconosciuti”; ora dobbiamo imparare a non accettare “Cuoricini ed emoji dai follower”, quando e se non ci fanno piacere.
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